300 mila chiamate (820 al giorno), 230 mila servizi di soccorso (630 al giorno), ai quali si aggiungono gli oltre 160 mila trasporti tra gli ospedali dell’area metropolitana bolognese. Si può riassumere in questi numeri l’anno che sta per concludersi, vissuto in Centrale Operativa 118 Emilia Est. La Centrale, realizzata nel 2014 e in rete con le Centrali 118 Emilia Ovest e Romagna, gestisce tutte le chiamate di soccorso dagli ambiti territoriali di Bologna, Ferrara, Imola e Modena, e coordina gli interventi di 134 mezzi di soccorso: 11 automediche, 64 ambulanze e 6 biciclette sanitarie per Bologna ed Imola, 5 automediche e 16 ambulanze per l’area ferrarese, 5 automediche e 33 ambulanze per quella modenese. A questi si aggiungono 1 drone e 2 elicotteri, in volo sui cieli delle provincie di Bologna, Ferrara e Modena. Di questi, 1 è in grado di volare di notte.
Il 2018 della Centrale Operativa 118 Emilia Est, cuore del sistema di emergenza per i territori di Bologna, Ferrara, Imola e Modena, è stato illustrato oggi, 14 dicembre, in conferenza stampa da Carlo Coniglio, responsabile Rianimazione Ospedale Maggiore, Oscar Dell’Arciprete, coordinatore Centrale Operativa 118 Emilia Est, Giuseppe Di Pasquale, direttore Dipartimento Medico, Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Azienda Usl di Bologna, Giovanni Gordini, direttore Dipartimento Emergenza, Cosimo Picoco, responsabile medico Centrale Operativa 118 Emilia Est, Claudio Tacconi, infermiere 118, Tommaso Vecchiatini, medico 118, Andrea Zini, direttore Neurologia Ospedale Maggiore, responsabile rete Stroke metropolitana.
Un anno che ha visto la Centrale 118 misurarsi anche con grandi emergenze come l’esplosione dell’autocisterna in autostrada, avvenuta il 6 agosto – 193 chiamate solo nei primi 20 minuti, con 26 ambulanze, 3 auto mediche, 2 elicotteri, e 1 mezzo di coordinamento sul posto in 5 minuti – e i grandi eventi in Piazza Maggiore come la visita di Papa Francesco, StraBologna, Gay Pride, Run Tune Up – nei quali, accanto ad ambulanze ed auto mediche sono intervenute le nuovissime bici sanitarie con defibrillatore.
Quando si chiama il 118
A rispondere alle chiamate di soccorso è il team specializzato della Centrale, diretta dal responsabile medico Cosimo Picoco e dal responsabile infermieristico Fiorella Cordenons. 55 infermieri, 5 dei quali coordinatori, che si alternano nelle 16 postazioni di lavoro multimediali, completamente integrate tra i diversi sistemi radio, telefonici e dati grazie ad un applicativo informatico dedicato, con cui, tramite un solo computer ed una cuffia, colloquiare con i data base telefonici e visualizzare sulla cartografia la localizzazione di chi si rivolge alla Centrale.
Ma cosa accade quando un cittadino in difficoltà compone il numero telefonico 118? In 6 secondi l’operatore della Centrale è in linea e, sulla base di un protocollo di intervista, della propria competenza professionale e di parametri di valutazione oggettivi, identifica il luogo della chiamata e la gravità della richiesta di aiuto.
Bianco, Verde, Giallo e Rosso (quest’ultimo articolato in due livelli di gravità e in un ulteriore colore, Blu per gli arresti cardiaci), sono i codici in base ai quali l’operatore di Centrale attiva immediatamente l’invio dei mezzi di soccorso e l’eventuale allertamento degli ospedali di riferimento.
• Ambulanza per il soccorso di base (codici Bianco e Verde) con soccorritori e volontari
• Ambulanza con infermieri specializzati nell’area dell’emergenza (codice Giallo)
• Ambulanza con infermieri specializzati nell’area dell’emergenza e automedica (codice Rosso)
• Ambulanza con infermieri specializzati nell’area dell’emergenza, automedica, e rete dei soccorritori laici in grado di praticare la rianimazione con defibrillatore prima dell’arrivo dei mezzi di soccorso (codice Blu), attraverso la APP DAeRespondER.
La criticità presunta delle emergenze è sovrastimata in via precauzionale, così come l’invio dei mezzi di soccorso. Nel territorio provinciale bolognese, nel 12% dei soccorsi, infatti, viene inviato anche il medico e nel 44% l’intervento è condotto da mezzi infermieristici, mentre sulla base dei dati di attività di tutte le Centrali 118 regionali, la presenza del medico è necessaria solo nel 4% degli interventi, quella dell’infermiere nel 10%.
Tutti i mezzi di soccorso, e quindi gli equipaggi, sono collegati in rete informatica tra loro e con la Centrale, che automaticamente vede la localizzazione di tutti i mezzi, i loro movimenti e le diverse fasi degli interventi (partenza, arrivo sul posto, ripartenza, trasporto verso l’ospedale). Ciò consente l’invio dei mezzi appropriati e più vicini al luogo dell’intervento, il dialogo costante tra l’equipaggio del mezzo inviato e il medico dell’automedica, e la possibilità di rimodellare in tempo reale l’invio di mezzi e professionisti sulla base dell’evoluzione delle condizioni del paziente soccorso.
L’assistenza dell’infermiere della Centrale 118 non si esaurisce con l’invio dei mezzi. In attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso l’operatore assiste la persona al telefono con istruzioni operative su cosa fare per mettere in sicurezza la persona da soccorrere e, in particolare in caso di arresto cardiaco, le istruzioni per la rianimazione. Nel corso del 2018 ciò è avvenuto per 228 richieste di soccorso. Grazie ad un software innovativo, inoltre, l’operatore può localizzare persone disperse attraverso un SMS locator, e indirizzare con precisione i mezzi di soccorso. Nel corso del 2018 ciò è avvenuto per 420 richieste di soccorso.
Correre contro il tempo: DAE RespondER, Pronto Blu, l’elisoccorso notturno
DAE RespondER, l’APP che attiva i soccorsi
DAE RespondER è la prima APP in Italia completamente integrata con la Centrale Operativa 118, per allertare i soccorritori volontari in caso di potenziali arresti cardiaci.
1.171 i cittadini in provincia che si sono registrati nel primo anno dal lancio della APP (600 solo a Bologna), 4.658 in Regione. Nella provincia di Bologna sono 98 i cittadini che, allertati dalla APP, si sono resi disponibili ad intervenire in casi di arresto cardiaco avvenuti in luoghi pubblici (310 in Regione). Nel 50% dei casi i volontari raggiungono effettivamente il luogo dell’evento. Nel 70% di questi, il loro arrivo precede quello dei mezzi di soccorso 118, e possono così anticipare le manovre rianimatorie a tutto vantaggio del paziente.
Premiata dalla School of Management del Politecnico di Milano, DAE RespondER censisce, inoltre, la rete dei defibrillatori semiautomatici, fornendo informazioni utili al reperimento, come ad esempio gli orari di disponibilità, e quindi all’utilizzo.
Pronto Blu, la rete dei soccorritori non sanitari
La APP DAE RespondER è solo l’ultima delle innovazioni che caratterizzano la rete solidale che lega la Centrale Operativa 118 alla città. Dal 2001, infatti, il 118 è impegnato in prima linea nella promozione della diffusione sempre più capillare dei defibrillatori in luoghi molto frequentati e nella formazione diretta di soccorritori non sanitari, con il progetto Pronto Blu. 1.600 i soccorritori non sanitari addestrati e costantemente aggiornati alle manovre di rianimazione con il defibrillatore attraverso una rete di 13 centri di formazione, tutti autorizzati dall’Azienda Usl di Bologna e coordinati nell’ambito dello stesso progetto Pronto Blu. Alla rete dei soccorritori laici partecipano anche le 19 auto di COTABO con defibrillatore a bordo, grazie al progetto DAE in Taxi che vede Comune di Bologna e 118 di Bologna, in partnership con COTABO, impegnati per dotare i taxi di defibrillatori semi automatici e formarne gli autisti al loro utilizzo corretto. Nel 2018 i taxisti sono intervenuti 6 volte.
L’elicottero che vola anche di notte
Un nuovo elicottero dotato di tecnologia NVG (Night Vision Goggles, visori a intensificazione di luce posizionati sui caschi dei piloti), è operativo dallo scorso 15 agosto. Il nuovo elicottero permette di utilizzare in piena sicurezza le basi di decollo e atterraggio non illuminate, con modalità operative analoghe a quelle diurne. Grazie all’elisoccorso è possibile arrivare più velocemente e più vicino alle persone che hanno necessità di ricevere un soccorso sanitario tempestivo, soprattutto nelle zone più disagiate come quelle montane, garantendo standard di sicurezza elevati anche in occasioni di patologie tempo dipendenti.
87 gli interventi dell’elisoccorso notturno nelle provincie di Bologna, Modena, Ferrara (103 in Regione), 89 le basi di atterraggio e decollo, oltre la metà delle quali in zone montane (146 in tutta la Regione Emilia-Romagna).