Anche la Cgil di Modena è fra i sostenitori della manifestazione che si terrà sabato 10 novembre nella nostra città e in tante altre a livello nazionale contro il Ddl Pillon.
A livello nazionale la protesta è promossa dalla Rete Dire-Donne in rete contro la violenza e da numerose associazioni femminili con il sostegno, fra gli altri, anche della Cgil nazionale. Anche a Modena la Cgil è fra i sostenitori di questa manifestazione che ribadisce 5 NO al Ddl Pillon.
No alla mediazione obbligatoria, che in caso di separazione dei coniugi, impone la figura del mediatore familiare con inevitabili costi aggiuntivi e ignorando palesi situazioni di violenza tra i coniugi in cui la mediazione è impossibile.
No all’imposizione di tempi paritari per l’affido dei figli e alla doppia domiciliazione dei minori, perché si pregiudica la stabilità della vita dei figli “sballottati” tra luoghi e condizioni di vita diversi, senza neanche sentire il loro parere.
No al mantenimento diretto che prevede che ogni genitore si faccia carico delle spese solo per il periodo in cui il figlio minore rimane sotto la sua tutela. Ciò finirebbe per penalizzare le mogli perché si trovano più spesso in una condizione di oggettiva debolezza economica derivata dalla rinuncia alla carriera per il lavoro di cura.
No al piano genitoriale concordato delle spese che prevede appunto la soppressione dell’assegno di mantenimento.
No all’introduzione del concetto di “alienazione parentale”, con il
contrasto al rifiuto verso uno dei genitori da parte dei minori. In altre parole, con questo disegno di legge, il minore non può rifiutarsi di stare con uno dei due genitori anche quando ci sono dei seri motivi per rifiutare la convivenza. Se si rifiuta, addirittura il minore potrebbe essere affidato ai servizi sociali.
L’appuntamento è perciò sabato 10 novembre in piazza Torre a Modena alle ore 17.
Durante la manifestazione è prevista una simulazione teatrale di una separazione tra coniugi con le condizioni previste dal Ddl Pillon in modo da rendere chiaro i rischi a cui espone questa proposta di legge.
La Cgil invita tutti a partecipare