Un viaggio straordinario in compagnia di quattro scienziati d’eccezione: i premi Nobel Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart, Bernard L. Feringa e il professore emerito dell’Alma Mater Vincenzo Balzani. Giovedì 22 novembre, alle 17, nell’Aula Magna di Santa Lucia, l’Università di Bologna apre le proprie porte per una conferenza-spettacolo alla scoperta delle macchine molecolari: sofisticati congegni con dimensioni dell’ordine di un miliardesimo di metro che secondo molti saranno presto al centro di una nuova rivoluzione industriale.
L’appuntamento, ad ingresso libero, sarà condotto da Patrizio Roversi: un’occasione unica per immergersi nel mondo microscopico delle macchine molecolari in compagnia degli scienziati che per primi sono stati in grado di idearle e realizzarle. Per i loro studi fondamentali che hanno portato alla creazione delle prime macchine molecolari artificiali, Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa hanno ricevuto nel 2016 il Premio Nobel per la Chimica. E accanto a loro, Vincenzo Balzani ha avviato all’Università di Bologna una tradizione di studi sulla chimica e fotochimica supramolecolare che negli anni ha portato ad importantissimi risultati, riconosciuti a livello internazionale. Un impegno che oggi continua, anche grazie a importanti finanziamenti europei, nel Centro per le Nanostrutture Fotoattivate: un laboratorio congiunto fra l’Università di Bologna e il Consiglio Nazionale delle Ricerche guidato dal professor Alberto Credi. Per questo sul palco dell’Aula Magna di Santa Lucia ci saranno anche il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini e lo stesso Alberto Credi.
Le macchine molecolari sono diffusissime in natura (solo nel corpo umano si stima ce ne siano diecimila diverse tipologie) e il loro lavoro è fondamentale per garantire l’esistenza di tutti gli esseri viventi. Ogni azione che facciamo – camminare, parlare, pensare – è la conseguenza di miriadi di azioni e movimenti a livello molecolare. Costruire artificialmente questi congegni è però un’impresa tutt’altro che semplice. Il primo ad ipotizzare la possibilità di creare macchine piccolissime fu il grande fisico Richard Feynman quasi sessant’anni fa, ma risultati concreti sono arrivati solo a partire dagli anni ’80 del secolo scorso: prima con gli studi di Jean-Pierre Sauvage e di Sir J. Fraser Stoddart, con i quali Vincenzo Balzani ha collaborato per anni, e poi con i lavori di Bernard L. Feringa.
Oggi nei laboratori di tutto il mondo gli scienziati sono in grado di costruire pinze molecolari, navette molecolari, ascensori molecolari e persino microscopici motori rotanti: macchine piccolissime che si muovono grazie a stimoli chimici, elettrici o anche luminosi. Per fare cosa? Per creare biomolecole direttamente all’interno di un organismo, per far nascere una nuova generazione di potentissimi computer chimici, per generare farmaci in grado di attivarsi solo nel luogo giusto e al momento giusto, per costruire muscoli artificiali, per convertire in maniera estremamente efficiente l’energia solare.
La conferenza-spettacolo nell’Aula Magna di Santa Lucia sarà l’evento di punta di una due giorni bolognese per Sauvage, Stoddart e Feringa. Mercoledì 21 novembre, in mattinata, i tre scienziati saluteranno il Sindaco di Bologna a Palazzo d’Accursio e, dopo una visita all’Accademia delle Scienze, nel pomeriggio incontreranno gli studenti al Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Alma Mater. Giovedì 22, invece, la mattina sarà dedicata ad un workshop scientifico ospitato nell’Area della Ricerca di Bologna del CNR. Poi, dalle 17, l’appuntamento aperto a tutti nell’Aula Magna di Santa Lucia che chiuderà il tour a Bologna dei tre Nobel.
L’evento è organizzato da Alberto Credi e Margherita Venturi (Università di Bologna) e da Roberto Zamboni (Consiglio Nazionale delle Ricerche) con il sostegno di: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna; Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”; Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”; Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari; Consiglio Nazionale delle Ricerche; Consiglio Europeo della Ricerca (ERC, progetto “Leaps”).