“Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere”. E ancora: “Il vero valore di un leader non si misura da quello che ha ottenuto durante la carriera ma da quello che ha dato. Non si misura dai risulti che raggiunge, ma da ciò che è in grado di lasciare dopo di sé”. Queste due frasi di Sergio Marchionne illuminano meglio di altre la filosofia rivoluzionaria di Sergio Marchionne, un manager ineguagliabile che rimpiangeremo per sempre e che, non a caso, corredano la copertina di “Marchionne lo straniero” (Rizzoli) l’impegnativo libro di Paolo Bricco, inviato ed editorialista de “Il Sole 24 Ore” e uno dei più brillanti giornalisti della generazione dei quarantenni. Bricco presenta il suo lavoro domenica 14 ottobre alle 17.30 al BPER Forum Monzani: con lui ci sarà anche il giornalista Pino Allievi, autorevole firma de “La Gazzetta dello Sport”, che negli anni ha raccontato come pochi la F1 con sapiente delicatezza e distaccata passione.
Il pamphlet di Bricco non è un improvvisato instant book dell’ultima ora, ma il frutto di un meticoloso lavoro di documentazione, di ricerca e di intelligente interpretazione dell’opera di Marchionne, il figlio del carabiniere abruzzese emigrato da bambino in Canada e l’uomo che ha preso in mano le sorti della Fiat quando, nel 2004, era tecnicamente fallita e l’ha condotta al vittorioso acquisto di un’altra nobile decaduta, la Chrysler, costruendo il settimo gruppo automobilistico del mondo. “Straniero” non per le sue origini, ma perché era un manager rivoluzionario, con una sensibilità umana che andava al di là dell’inevitabile determinazione con cui voleva a tutti i costi raggiungere la salvezza e il rilancio dell’azienda per la quale era capace di lavorare senza sosta 20 ore su 24.
Paolo Bricco (Ivrea, 1973) inviato speciale de “Il Sole 24 Ore”, è autore di inchieste, reportage e analisi sull’industria dell’auto, la manifattura europea e internazionale e le politiche industriali. Ha un dottorato di ricerca conseguito all’Università di Firenze ed è fellow del Cami – Center for Automotive and Mobility Innovation – dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.