Si è tenuto oggi a Bologna nella prestigiosa Sala dei Cento di via Farini, sede della Cassa di Risparmio di Bologna (Intesa Sanpaolo), un importante incontro istituzionale che ha visto una delegazione della provincia vietnamita del Binh Duong, guidata da Trần Thanh Liêm, Membro del Provincial Party Committee e Vice Presidente del Provincial People’s Committee, e dai leader dell’Agenzia di Sviluppo Becamex IDC incontrare gli imprenditori emiliano-romagnoli in un appuntamento organizzato da Confindustria Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo e Unioncamere Emilia-Romagna.
Molti gli interventi dopo i saluti iniziali portati dal Direttore Regionale Emilia-Romagna Marche Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo, Tito Nocentini, dal Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi, e da Rocco Marcuccio di Confindustria Emilia-Romagna.
Al centro dell’incontro, il grado di penetrazione delle aziende emiliano-romagnole e più in generale italiane in Vietnam, porta d’accesso al mercato dell’ASEAN, (l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico che comprende 10 Paesi), realtà di 620 milioni di consumatori che registra una crescita economica di circa il 7 per cento l’anno. Realtà sempre più interconnessa con grandi opportunità di business.
“Il Gruppo Intesa Sanpaolo, attraverso la propria Divisione Corporate & Investment Banking, è presente in Vietnam con l’ufficio di rappresentanza di Ho Chi Min City, centro nevralgico di una provincia tra le più organizzate ed efficienti della zona industrializzata del Paese – ha sottolineato Tomaso Andreatta, Responsabile dell’Ufficio di Rappresentanza di Intesa Sanpaolo in Indocina -. “La missione che da qui si sviluppa vuole testare l’opportunità strategica per le aziende italiane di entrare nei mercati asiatici che ancora per molti anni avranno la crescita più forte nel mondo, grazie a tre fattori: popolazione giovane, classe media crescente e stabilità politica generale. Per questo motivo presidiare questo mercato è fondamentale. Inoltre, il Vietnam rappresenta oggi una delle principali porte d’accesso ai mercati del sud-est Asiatico, della Cina, della Corea e del Giappone. Il modello vietnamita è molto simile a quello delle Pmi italiane, che esportano prevalentemente verso la Germania. Il Vietnam vanta infatti rapporti commerciali ben consolidati con Corea e Giappone, principali esportatori asiatici a livello mondiale e che hanno investito molto in questo Paese. Per vendere in Asia è indispensabile produrre in Vietnam, perché è qui che si trovano compratori giapponesi e coreani, che fanno da consolidatori e distributori di tecnologia e parti intermedie”.
“Il Vietnam rappresenta una piattaforma ideale per investimenti di sviluppo e l’espansione commerciale delle nostre imprese italiane in tutto il mercato dell’ASEAN, divenendo cosi non solo una destinazione finale, ma anche un punto di partenza fondamentale nell’area per il nostro sistema imprenditoriale – evidenzia Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna –. “Da alcuni anni è stato attivato il Desk Emilia-Romagna/Vietnam grazie a un’intesa con l’Agenzia di Sviluppo Becamex IDC per supportare le imprese. Al Vietnam dunque, il sistema camerale dell’Emilia-Romagna, in partnership con la Regione, ha dedicato attenzione, confortato da risultati”.
Secondo i dati dell’Osservatorio Internazionalizzazione di Unioncamere regionale, il 15,7% dell’export italiano verso il Vietnam proviene pertanto dall’Emilia-Romagna. Le esportazioni regionali verso il Vietnam nel 2017 hanno superato i 184 milioni di euro, quelle italiane sono stati pari a 1,17 miliardi di euro. Sono 783 le imprese dell’Emilia-Romagna che nel 2017 hanno esportato in Vietnam.
Come ha precisato Maily Anna Maria Nguyen, responsabile del Desk: “Il Vietnam è un Paese che sta crescendo: il PIL del Vietnam nel 2018 è in crescita del 6,6% rispetto al 2017, e la crescita proseguirà in misura sostenuta anche nei prossimi anni, a un tasso superiore a quello mondiale. Inoltre sia l’export mondiale verso il Vietnam, che quello italiano, negli ultimi 5 anni sono cresciuti a un ritmo annuo del 10%. La Provincia di Binh Duong e Becamex IDC hanno costruito in meno di 20 anni ben 27 parchi industriali o per meglio dire Città Industriali, su una superficie di 20mila ettari. Sono circa 3.100 gli investimenti diretti esteri con un capitale di quasi 28,3 miliardi di USD da 36 Paesi. Vi sono concrete opportunità per le imprese italiane di fare business anche con le aziende di altri Paesi. La maggiore crescita della middle class è in Asia: entro il 2030 questa fascia di popolazione arriverà a quasi 3 miliardi di persone, secondo le previsioni della Brookings Institution, rispetto ai 525 milioni di oggi”.
Molto importanti le testimonianze dirette illustrate ai presenti da due aziende del territorio regionale e che da tempo operano in Vietnam, Sonia Bonfiglioli della Bonfiglioli Riduttori e Paolo Gritti dell’omonima società.
Il compito di chiudere i lavori e trovare la sintesi di questo importante incontro che ha visto due ‘mondi’ confrontarsi e gettare le basi per proficue prossime collaborazioni è stato svolto dalla dottoressa Palma Costi, Assessore regionale alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma.
“Abbiamo presentato uno spaccato della nostra economia con una logica di squadra che è quella che può aiutare a costruire relazioni concrete – ha dichiarato l’Assessore alle Attività Produttive Palma Costi -. “Già nel 2015 ho partecipato come presidente dell’Assemblea Legislativa alla missione “Destinazione Vietnam per le imprese emiliano-romagnole dell’industria meccanica”, portato avanti da Unioncamere Emilia-Romagna insieme alla Regione per un’azione di sistema, insieme a istituzioni, organizzazioni camerali, istituti di credito. Una missione finalizzata ad accompagnare le imprese in un percorso di crescita all’interno di un mercato in grande espansione nell’area del Sud Est asiatico. E oggi il percorso continua. L’internazionalizzazione è un driver su cui la Regione sta investendo e costruendo una strategia di lungo periodo e sta investendo per rafforzare i legami istituzionali, imprenditoriali e culturali”.