Il Comune di Modena sostiene la sperimentazione di una nuova generazione di bike sharing in modalità “free-floating”. Si tratta di una modalità d’utilizzo “a flusso libero”, ovvero con possibilità di restituire la bicicletta in punti diversi da quello di prelievo, rendendo possibile il funzionamento del sistema anche senza dover garantire l’accoppiamento bici/stallo.
A partire da sabato 25 agosto 2018, con il patrocinio dell’Amministrazione, inizierà infatti la sperimentazione del nuovo servizio operato da Moovas Tribe Srl, una giovane start up tutta italiana, incubata presso il Democenter di Spilamberto che si occupa di Smart Sharing Economy ed in particolare di Smart Mobility.
“A Modena – spiega l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi – commentando la nuova iniziativa, che è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa in piazza Grande – il nuovo servizio a pagamento di bike sharing si va ad affiancare al servizio di noleggio gratuito delle biciclette “C’Entro in Bici”, attivo dal 2003 con oltre 3200 utenti, e contribuisce a perseguire le finalità di aumentare la quota di spostamenti urbani sostenibili definite con l’approvazione del Piano della Mobilità Ciclabile, nel dicembre 2016, e che saranno confermate con l’adozione del Piano della Mobilità Sostenibile. L’Amministrazione – prosegue – ritiene quindi doveroso dare il proprio supporto a ogni iniziativa di sperimentazione di nuove tecnologie di alta qualità che vanno in questa direzione”.
Recentemente le principali città italiane hanno visto l’arrivo di servizi di bike-sharing ‘free floating’, che hanno riscontrato un diffuso successo. Il principale vantaggio del bike sharing con queste caratteristiche rispetto a quello tradizionale, è l’elevata capillarità del servizio, in quanto l’inizio e la fine della corsa non sono vincolate alle stazioni fisse. Si tratta inoltre di sistemi ad ingombro e costi fissi ridotti, rispetto ai sistemi di bike-sharing tradizionali.
Moovas Tribe metterà a disposizione per la fase sperimentale, che proseguirà fino a fine ottobre, 50 biciclette disponibili all’interno della città per gli spostamenti di cittadini e turisti. Se la sperimentazione avrà esito positivo il servizio verrà progressivamente esteso. Sarà possibile registrarsi scaricando l’applicazione “Moovas Tribe” disponibile sia per Ios sia per Android e, inserendo i riferimenti della propria carta di credito, optare per l’utilizzo a tempo, continuativo per 8 ore e mensile. La bicicletta Moovas, prodotta a San Francisco, è dotata di una tecnologia gps in grado di tracciare in tempo reale ogni spostamento e può essere sbloccata scannerizzando il Qr Code presente sul mezzo. L’area di utilizzo del servizio corrisponde all’area urbana di Modena, all’interno della quale sarà possibile avviare il noleggio, una volta individuato il mezzo più vicino attraverso la app, e chiuderlo in qualsiasi luogo. A provvedere alla equilibrata distribuzione dei mezzi sarà la stessa start up, attraverso una bicicletta elettrica cargo con carrello per trasportare e riallocare le biciclette. Insieme ai mezzi, Moovas Tribe metterà a disposizione gratuitamente per cittadini e turisti itinerari navigabili con smartphone per scoprire la città e le eccellenze del territorio su due ruote (per ulteriori informazioni www.moovastribe.com, email info@moovastribe.com).
Il servizio di noleggio gratuito “Centro in bici” del Comune di Modena conta oggi 43 punti di prelievo distribuiti in diverse aree della città, per un totale di 320 biciclette, ed è molto utilizzato e apprezzato dagli utenti in costante crescita. Nell’ultimo anno l’Amministrazione ha avviato un’attività di manutenzione straordinaria e ripristino del parco biciclette del servizio, acquistando sia materiale di ricambio per un ‘revamping’ dei mezzi attualmente in servizio (manutenzione straordinaria tramite l’acquisto di nuovi pneumatici ad alte prestazioni, la sostituzione di numerosi telai, selle, dispositivi di frenata e cestini), sia nuove rastrelliere e biciclette che sono state collocate nei pressi della Stazione dei treni, dove si è riscontrato un altissimo utilizzo. A fine 2017 era invece stato dismesso il servizio di bike-sharing Mi Muovo in Bici, attivato nel 2014 grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, che, per caratteristiche, non è risultato sostenibile.