“Da un’indagine della Cna nazionale in 137 comuni italiani emerge che anche quest’anno la tassazione verso le piccole e medie imprese, l’ossatura del nostro sistema produttivo, è ulteriormente aumentata, sia pure di poco, rispetto al 2017 e si conferma fra le più alte d’Europa. Ai piani alti di questa classifica , purtroppo, l’Emilia-Romagna. Il cuneo fiscale , come ribadito più volte dal nostro sindacato è il principale ostacolo alla competitività del nostro sistema produttivo, uno dei freni alla crescita degli investimenti, alla creazione di nuovi posti di lavoro”.
Questo il commento di Tullia Bevilacqua, segretario regionale Ugl Emilia-Romagna, ai dati del quinto Rapporto 2018 dell’Osservatorio permanente Cna sulla tassazione delle piccole e medie imprese italiane.
Reggio Calabria è il capoluogo d’Italia con la maggiore tassazione per le piccole imprese con un Total tax rate del 73,4% e al secondo posto assoluto c’è da Bologna (con un carico fiscale complessivo sulle imprese del 72,2% del reddito.
Tolte le metropoli e le città del Sud dove la tassazione è molto alta anche nelle altre città capoluogo dell’ Emilia-Romagna si assiste ad una crescita continua della tassazione per le imprese e in molti casi sopra la media nazionale (che è pari al 61,4%) o di poco sotto questa soglia comunque elevata: a Forlì è al 63,3% del reddito, a Cesena al 63,1% , a Rimini al 60,1% e Ravenna al 60%.
Fra le città meno tassate d’Italia in rappresentanza della nostra regione c’è soltanto Imola , con un Total tax rate che incide per il 54,9%.
“Per spiegare meglio come queste cifre siano un incubo per le imprese basta ricordare – prendendo a modello Forlì – che: con un reddito di 50.000 euro all’anno nel 2018 un’azienda pagherà ben 31.672 euro di tasse, potendo disporre appena di 18.328 di liquidità. Con queste cifre sono ridotti all’osso i margini per nuovi investimenti, sviluppo di impresa e creazione di nuovi posti di lavoro”: ricorda Tullia Bevilacqua.
“Per le imprese c’è lo spettro delle tasse, ma per i lavoratori italiani – aggiunge il segretario regionale Ugl Emilia-Romagna – la beffa degli effetti di una tassazione così alta. Con le imprese che per essere più competitive, e non potendo più contare come ai tempi della lira sulla svalutazione della moneta, oggi si creano elasticità contabile sui salari, abbassandoli, e quindi svalutandoli, a livelli di neo schiavismo come nei settori delle telecomunicazioni , dei call center e dei riders (trasporto pizze e cibo in bici, ndr)”.
L’appello di Tullia Bevilacqua è quello agli enti locali ed al governo di: “ridurre per propria competenza il carico fiscale a danno delle imprese, nella piena consapevolezza – pur in un quadro dove l’ Unione Europea rimane all’ ossessiva ricerca dell’equilibrio dei conti pubblici paralizzando l’economia degli stati membri, a partire dall’Italia – che senza riforma del fisco e sostegno al reddito ed al lavoro non si possa creare una ripresa strutturale che ci possa far risorgere dalla crisi del 2008 e innescare fiducia e speranza nella nostra comunità”.