La gestione dell’arresto cardiaco extra ospedaliero è al centro di un corso organizzato dalla Cardiologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal dottor Stefano Tondi che è anche presidente del Corso. L’iniziativa, si tiene venerdì 2 marzo nella Sala Meeting al piano terra dell’Ospedale di Baggiovara dalle 8,00 alle 18,00. L’evento – la cui direzione scientifica è delle dottoresse Laura Grassi e Virginia Agnoletto, entrambe della Cardiologia dell’Ospedale Civile – ha l’obiettivo di condividere tra i vari professionisti (Medici, Infermieri e Tecnici) un percorso clinico, dal territorio all’ospedale, al fine di migliorare l’assistenza al paziente colpito da arresto cardiaco per garantire un miglioramento della sopravvivenza che purtroppo nelle fasi successive all’evento è ancora oggi bassa.
“L’arresto cardiaco – spiega il dottor Stefano Tondi – è una gravissima patologia tempo dipendente che richiede un’assistenza terapeutica immediata ed appropriata da parte di professionisti con diverse competenze che intervengono in fasi diverse del processo di cura creando un continuum assistenziale. Il ruolo del cardiologo è quello di accogliere il paziente ed eseguire una diagnostica rapida costituita da ECG ed ecocardiogramma che insieme alla clinica ed alla anamnesi indirizzeranno verso la necessità o meno di uno studio coronarografico in urgenza.
Entro i primi 3-5 minuti se la persona viene soccorsa con massaggio cardiaco e defibrillazione precoce la possibilità di sopravvivenza è superiore al 50%, al passare di ogni minuto tale percentuale decresce di circa un 10%. Nella maggior parte dei casi la causa di questa patologia è di origine cardiaca e in particolare, soprattutto dopo una certa età, determinata da una malattia coronarica. Esistono, però, altre patologie citiamo ad esempio l’embolia polmonare o le emorragie cerebrali che nelle loro forme più cruente possono esordire con un arresto cardiaco. “Per fortuna questi eventi sono meno frequenti – aggiunge la dottoressa Laura Grassi – ma proprio per questo il loro riconoscimento e la loro gestione richiede un gioco di squadra, un team multidisciplinare in grado di saper fare tutto in maniera corretta e rapida; a volte queste condizioni possono simulare una causa coronarica e solo una rapida diagnostica eseguita in PS consente di ridurre il rischio di errore diagnostico e quindi terapeutico consente di indirizzare il paziente verso la diagnostica corretta”
All’Ospedale di Baggiovara è attivo H-24 un “TEAM dell’arresto cardiaco” costituito da medico di Pronto Soccorso, Rianimatore e Cardiologo che vengono allertati (dalla centrale del 118) insieme all’arrivo del paziente rianimato sul territorio. “La diagnostica a disposizione nel nostro pronto Soccorso – spiega il dottor Marco Barozzi, Direttore del Pronto Soccorso del Civile –consente di eseguire, ad esempio, nella sala a fianco, la TC encefalo che è un importante strumento diagnostico in questi pazienti che possono avere subito traumi da caduta durante l’esordio dell’arresto cardiaco”. “Il medico rianimatore – commenta la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione del Civile – collabora con quello del Pronto Soccorso alla stabilizzazione emodinamica del paziente ad esempio nella gestione finale delle vie aeree e nell’applicazione già al PS della ipotermia terapeutica”.
L’incidenza della morte cardiaca improvvisa è di 1 ogni 1000 abitanti /anno; nel 2014 la popolazione di Modena era 184.837 per cui il numero delle morti improvvise anno a Modena risulta di circa 184 eventi all’anno. Purtroppo di questi meno della metà arriva in pronto soccorso. Nel Pronto soccorso di Baggiovara in media nel triennio 2015-2017 sono arrivati rianimati dal territorio circa 60-65 pazienti ogni anno. La causa principale, in linea con la letteratura, è quella cardiogena intorno ad un 30-40%. La percentuale di sopravvivenza di questi malati è stata di circa 10-12% in linea con la letteratura.
“La morte cardiaca improvvisa – conclude la dottoressa Grassi – comprende tutti i tipi di morte con evento improvviso e, purtroppo, vi è un aumento di morti giovanili e sono queste quelle che dobbiamo salvare imparando la rianimazione cardiopolmonare e diffondendo i defibrillatori semiautomatici. Al congresso parleremo delle diverse cause delle morti giovanili. A questo proposito abbiamo fatto preparare ai nostri medici in formazione 4-5 casi clinici di giovani vittime di arresto cardiaco. È una sfida decisiva che possiamo vincere solo lavorando tutti insieme. Se, infatti, il paziente non è stato massaggiato o defibrillato precocemente sul territorio entro i famosi 5 minuti, potrebbe non essere sufficiente un Pronto Soccorso dotato di tutte le capacità diagnostiche e di un’equipe super specializzata”. Per questo motivo è fondamentale la formazione sulla rianimazione cardiopolmonare di base ed avanzata e la presenza di defibrillatori e di persone abilitate a usarli in tutti i luoghi pubblici. Per questo motivo il logo del convegno raffigura un cuore e un cervello che volano insieme verso la salvezza: se uno dei due rimane indietro anche l’altro non si salva.
Il congresso ha ricevuto il patrocinio delle più importanti società scientifiche Nazionali; sono attesi circa 120 partecipanti da varie regioni d’Italia con relatori e moderatori di rilievo nel panorama medico Europeo.