Si sono conclusi gli imponenti lavori di restauro della Fontana del Nettuno, giusto in tempo per regalare alla città il suo simbolo messo a nuovo prima di Natale e della fine dell’anno. I 38 ugelli delle statue in bronzo zampillano di nuovo e il Nettuno è tornato ad essere l’imponente re dei mari che troneggia sulla piazza Maggiore.
I lavori di restauro sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal Sindaco di Bologna, Virginio Merola, Francesco Ubertini, Rettore dell’Università di Bologna, Andrea Cangini, Direttore Qn – Il Resto del Carlino, Gisella Capponi, Direttrice ISCR – Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, Sabina Magrini, Segretariato generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’Emilia Romagna e Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
I lunghi e impegnativi restauri, realizzati dal Comune di Bologna e avviati dopo la campagna di raccolta fondi lanciata dal quotidiano Il Resto del Carlino, sono cominciati nel giugno dello scorso anno a partire dal lavoro di un Comitato Scientifico costituito nel 2015 da Comune di Bologna, Università di Bologna, Istituto Superiore di Conservazione e Restauro di Roma (ISCR), Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Istituzione Bologna Musei e QN – Il Resto del Carlino. Un progetto estremamente innovativo nei modi e nei contenuti, che ha visto il coinvolgimento da parte del Comune di Bologna di cinque Dipartimenti dell’Alma Mater (Architettura, Ingegneria, Ingegneria Industriale, Chimica e Scienze Biologiche), in sinergia con le professionalità dell’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro di Roma e del CNR di Pisa.
Il restauro delle 37 sculture in bronzo e delle superfici lapidee della fontana del Nettuno è stato realizzato dall’ISCR, in buona parte in forma di cantieri didattici con un pool congiunto di studenti dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR di Roma e Matera e della sede di Ravenna dell’Università di Bologna, che sono stati affiancati dagli studenti e i dottorandi afferenti ai vari dipartimenti coinvolti nelle indagini. Per incentivare le donazioni, infine, il Comune di Bologna ha colto l’opportunità dell’Art Bonus, ossia la possibilità per i cittadini e le imprese di recuperare fiscalmente in tre anni buona parte delle somme di denaro donate a favore di progetti culturali.
Il costo del restauro della Fontana del Nettuno è stato di un milione di euro. La raccolta fondi, realizzata dal Comune di Bologna attraverso l’Art Bonus, e le donazioni ricevute da Qn – Il Resto del Carlino, resa possibile grazie alla generosità di cittadini e forze economiche e culturali della città, ha raggiunto quota 550.000 euro, la restante parte, 450.000 euro, è stata invece finanziata dal Comune di Bologna.
Durante tutto il periodo di lavoro il Nettuno è stato circondato da una impalcatura imponente che, oltre a permettere ai restauratori di lavorare in sicurezza, ha permesso ai cittadini bolognesi, e ai numerosi turisti che visitano la nostra città, di salire fino a oltre 7 metri di altezza per trovarsi faccia a faccia con il Gigante. Dal mese di luglio 2016, quando il Sindaco Virginio Merola, il Presidente di Bologna Welcome Celso De Scrilli e la Direttrice dell’ISCR Architetto Gisella Capponi, hanno inaugurato il percorso di visita al cantiere sono stati effettuati quasi 800 tour guidati per oltre 15.000 persone presenti, mentre durante gli 11 open day organizzati hanno visitato il cantiere del Nettuno quasi 27.000 persone.
Sin dall’avvio dei lavori sono emerse criticità per lo stato di conservazione dei bronzi legate all’azione di inquinanti e del cloro presente nell’acqua di ricircolo che hanno imposto significative modifiche nelle procedure in intervento. Alla fine dello scorso anno, inoltre, ci si è resi conto che l’impegnativo lavoro per riportare il simbolo di Bologna al suo antico splendore avrebbe subito un rallentamento a causa di problemi strutturali riscontrati durante le indagini. Dai sopralluoghi compiuti si era infatti riscontrato un forte degrado sugli ancoraggi verticali e orizzontali all’interno del Nettuno e diverse criticità di adesione delle lastre in pietra al basamento in mattoni. Inoltre l’attacco della statua non presentava lo stesso livello di sicurezza in tutte le direzioni. A seguito della rimozione di alcune stuccature si era manifestata poi una situazione critica anche in profondità, dove si erano riscontrati dei vuoti, con distacchi molto consistenti tra le lastre in materiale lapideo del rivestimento, e il supporto in laterizio con fessurazioni macroscopiche sulle stesse lastre. Nel mese di febbraio 2017 è stato aggiudicato anche il lavoro di sostituzione dell’impianto di adduzione e trattamento acqua della Fontana all’impresa Electra 2000 di Isernia, a seguito della procedura negoziata alla quale hanno partecipato 21 ditte. Nel mese di maggio è stato rimosso gran parte del vecchio impianto idraulico e si avviava alla conclusione il lavoro di restauro e consolidamento del cunicolo, che anticamente collegava la Fontana con la cisterna della fonte Valverde (cosiddetta “bagni di Mario”). Il consolidamento strutturale sia del cunicolo che del nettuno è stato eseguito dall’impresa Leonardo s.r.l. di Bologna, a seguito di procedura negoziata. Dopo l’estate è stato montato il nuovo impianto di adduzione dell’acqua, riportando il disegno delle tubazioni in rame quasi come era in origine, ovvero ogni livello della fontana viene alimentato da un anello in rame, in totale 7, a cui sono stati collegati i tubi che alimentano gli ugelli esterni. La potenza dell’impianto idraulico, aumentata quasi del doppio, garantisce oggi un disegno dei getti d’acqua del tutto simile a quella disegnata dal Laureti nel 1563.
Nel mese di luglio è stato siglato un nuovo accordo fra Comune e ISCR del valore di 155.000 euro per il completamento del restauro (sia dei bronzi che delle superfici in pietra) e delle attività di documentazione ed elaborazione dei dati raccolti. Infine in previsione di una futura buona conservazione, si è deciso di non installare un impianto antipiccione ma di procedere ad una manutenzione più assidua per la quale l’ISCR redigerà un vero e proprio manuale. La funzione di coordinamento della sicurezza è stata affidata ad un ingegnere di FBM (Bologna fiera metropolitana) in forma gratuita.
Durante le prime fasi dei lavori si sono tenuti incontri e tavole rotonde curate dall’Alma Mater di Bologna per approfondire il restauro e i diversi campi di intervento. Il primo convegno, “Salviamo il Gigante – La Fontana del Nettuno salvata dalle acque e dall’ambiente”, si è tenuto nel mese di giugno 2016 ed ha illustrato le motivazioni che erano alla base dell’intero progetto e come, attraverso una ricostruzione storica degli interventi condotti tra il 1988 ed il 1993, si è giunti al progetto attuale. Tre tavole rotonde si sono poi susseguite per approfondire gli aspetti del restauro “Mappare e diagnosticare il degrado” (ottobre 2016), “L’architettura delle acque tra storia e restauro” (novembre 2016), “Una nuova luce per il Gigante” (novembre 2016).
In settimana poi è stato pubblicato il volume NETTUNO. LA FONTANA: STUDIO, PROGETTO, RESTAURO a cura dell’Università che riassume tutto il percorso dei due anni di lavori. Edito dalla Bononia University Press il libro racconta il lavoro, i metodi, le tecniche d’indagine e le nuove scoperte degli oltre centocinquanta specialisti del Comune, dell’ISCR, dei Dipartimenti Universitari, delle ditte incaricate che vi hanno contribuito, singolarmente e collettivamente.
Oggi, a quasi 30 anni dagli ultimi interventi di riqualificazione, conclusi nel 1990, la fontana simbolo di Bologna torna a campeggiare nello skyline di Piazza Maggiore.
Le varie fasi del cantiere sono state seguite passo passo dal sito dedicato nettuno.comune.bologna.it sul quale sono presenti, oltre ad una breve storia della Fontana e dei restauri che ha subito in passato, piccole notizie che tracciano tutto il percorso dei lavori, numerose immagini dei diversi momenti di lavorazione, i comunicati stampa e i documenti completi redatti da Università e ISCR.