“Deve fare riflettere la frase di quell’immigrato di origini africane, sbarcato a Crotone e residente a Bologna, dove lavora e studia all’università, tal Abid Jee, che ha giustificato lo stupro commesso a Rimini da una banda di spacciatori maghrebini. Questo ragazzo, che in Italia ha trovato accoglienza, assistenza sanitaria e l’accesso allo studio addirittura alla facoltà di Giurisprudenza (!), nonché un lavoro ben retribuito come mediatore culturale in una coop sociale che si occupa della gestione dei migranti, ha manifestato il suo pensiero, espressione di una cultura che nega i diritti delle donne e ripudia i nostri principi costituzionali”: questa la riflessione di Tullia Bevilacqua, segretario generale del sindacato Ugl dell’Emilia-Romagna.
“Fa specie il fatto che non ci sia stata una “levata di scudi” contro questa frase delirante e sessista”: è il duro l’attacco della dirigente sindacale che aggiunge: “C’è un limite a tutto e, con questo assordante silenzio sono stati gettati nel vento anni di dure lotte femminili per raggiungere la parità”.
“Frasi come quella pronunciata da tal Abid Jee (“lo stupro è peggio solo all’inizio, poi la donna si calma ed è rapporto normale”) mettono a nudo il sentire comune di chi reputa la donna inferiore all’uomo e le nega i diritti principali, per primo quello della libertà di scelta. Frasi come quella di questo pseudo mediatore culturale rimbombano nel silenzio delle stesse donne che cianciano di Ius Soli e Ius cultura e che regalerebbe la cittadinanza agli under 12 dopo appena 5 anni di scuola. Bisogna fare il punto della situazione e dire le cose come stanno. E’ ora di prendere le distanze da tutte quelle donne che nei paesi musulmani esibiscono il velo per compiacere l’establishment locale, mentre per le straniere è obbligatorio solo in moschea, e oggi tacciono di fronte a queste dichiarazioni folli”: aggiunge Tullia Bevilacqua.
Infine, ma non per ultimo, il segretario generale del sindacato Ugl dell’Emilia-Romagna affronta la questione della coop sociale che ha assunto (con un contratto a tempo) un immigrato che ha fatto così sfoggio sprezzante di razzismo e antifemminismo: “La cooperativa sociale bolognese Lai-Momo che si occupa dell’accoglienza dei migranti comunica di aver sospeso dal lavoro tal Abid Jee. Un provvedimento insufficiente, visto che quelle parole di una gravità assoluta e intollerabili da parte di un operatore sociale che deve interagire con i migranti rendono necessario un provvedimento definitivo di rescissione del contratto”.
“Il lavoro svolto dal mediatore richiede, per sua stessa natura, un alto livello di sensibilità ed empatia, esso è finanziato dallo Stato con soldi pubblici e merita che venga occupato da persona che abbia, nel suo Dna, il rispetto delle donne e la difesa dei diritti fondamentali che sono alla base del nostro Paese che in tema di accoglienza può insegnare molto a tanti in Europa”: conclude il segretario generale del sindacato Ugl dell’Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.