Amministrazioni e comunità che le esprimono sono sempre più vicine. I cittadini dell’Emilia-Romagna consolidano il ruolo di parte attiva del processo decisionale con assemblee, incontri nelle scuole e occasioni di confronto che mettano insieme la società civile e i rappresentanti istituzionali. Dal 2012, anno di avvio dei primi bandi della legge 3/2010, a oggi sono stati coinvolti in totale circa 24 mila soggetti. In cinque anni la Regione Emilia-Romagna ha investito sulla democrazia deliberativa quasi un milione e mezzo di euro per finanziare 93 iniziative. I progetti candidati al contributo sono stati in tutto 386 e tra questi circa il 90% ha ricevuto il bollino di qualità del tecnico di garanzia.
Dopo i passaggi in Giunta e Commissione, l’Assemblea legislativa ha approvato il programma delle iniziative 2017. Entro la fine mese sarà approvato il bando per la concessione di contributi per la realizzazione di percorsi partecipativi su tutto il territorio regionale, con uno stanziamento di oltre 300 mila euro.
“Siamo convinti che la partecipazione sia un metodo importante per avvicinare i cittadini alla politica e all’attività della pubblica amministrazione- commenta l’assessora regionale al Bilancio, Emma Petitti-. Il 2017 è anche l’anno della revisione della legge 3/2010. Per questo abbiamo deciso di sottoporre ad una verifica diretta i risultati ottenuti e intervenire, quindi, per rendere ancora più efficaci ed efficienti gli strumenti che mettiamo a disposizione dei cittadini e degli enti locali”.
Tutto il territorio regionale è interessato da queste esperienze, pur con diverse intensità: esiste un’area ad alta densità partecipativa (Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Ravenna) e un’altra nella quale le azioni sono meno numerose (Piacenza, Parma, Rimini e Forlì-Cesena).
Sei cittadini su dieci promuovono le iniziative di partecipazione
Dai dati raccolti emerge che i cittadini valutano molto positivamente l’esperienza che li ha visti coinvolti (59%), chiedono maggiori occasioni di partecipazione alle decisioni pubbliche (79%) e affermano che la partecipazione alle scelte dell’amministrazione locale li fa sentire parte di una comunità (94%).
Gli amministratori hanno manifestato un largo apprezzamento per i contenuti della legge. Inoltre hanno riconosciuto un’accresciuta consapevolezza da parte della classe politica locale circa l’importanza dell’inclusione di tutti gli interessi in gioco tramite la realizzazione di percorsi partecipativi strutturati, ben organizzati, condotti con metodi efficaci e professionalità adeguate.
Progetti e settori di interesse
Gli ambiti cui dovranno fare riferimento i progetti per il nuovo bando sono ambiente e sviluppo del territorio, welfare e coesione sociale, regolamenti di partecipazione e gestione dei beni comuni, bilanci partecipativi, pianificazione sanitaria, inclusione rom e cinti. Potranno partecipare enti locali, enti pubblici o soggetti privati, purché al percorso partecipativo aderisca anche un ente pubblico cui spetta la decisione sulla materia oggetto del percorso stesso.