È dei primi giorni dell’anno la notizia che in Emilia Romagna, e molto probabilmente a Modena, si sarebbe presto riaperto il Cie (centro di espulsione ed identificazione degli immigrati), chiuso nel 2014 per “inagibilità della struttura”.
La notizia, lanciata dagli organi d’informazione, è stata la diretta conseguenza del bisogno di far fronte all’eccessivo flusso di immigrati a livello nazionale e alla richiesta del Sindaco modenese di aumentare la sicurezza in città, per l’allarmante crescita degli episodi di microcriminalità degli ultimi tempi.
Il Ministro degli Interni ha posto come soluzione la riapertura del Cie, come incombenza regionale. Resta il problema del dove. Inizialmente si è pensato a Bologna, ma il capoluogo emiliano ha subito smentito la notizia per ragioni di opportunità, avendo intrapreso già impegni di “smistamento”. Dunque, rimane Modena la sede più probabile. La notizia ha creato grande allarmismo, dal momento che la nostra città vanta un precedente “disastroso”: lunghe detenzioni in condizioni degradanti senza favorire l’identificazione. Nel luglio del 2013, il sindacato di polizia Silp Cgil di Modena, in un comunicato stampa, segnalava numerose “criticità” a carico del Cie modenese. Ribadiva la necessità di risorse aggiuntive per la gestione e la sicurezza della struttura. Un comunicato stampa, oseremmo dire, più attuale che mai!
Appare palese che se si ritorna “semplicemente” al passato, si ritorna al fallimento.
Ovviamente, i poliziotti modenesi che rappresentiamo, sono profondamente preoccupati per il loro futuro. Se la matematica non è un’opinione, servono almeno cinquanta uomini, oltre a risorse materiali e finanziarie. Con i numeri oggi a disposizione non si riescono a realizzare nemmeno i servizi ordinari, figuriamoci quelli straordinari!
Sarebbe veramente disastroso sottrarre al controllo del territorio il personale destinato a tappare i buchi dei servizi di vigilanza al Cie.
La visione futura, stando ad oggi, è veramente pessimistica, basti pensare che circa sei mesi fa, è stato firmato il rinnovo del Patto Modena Sicura, che prevede la messa a punto di una serie di servizi coordinati per il controllo del territorio da parte delle varie Forze di Polizia, per garantire una migliore sicurezza della città e della provincia. Ma tale progetto fa enorme fatica a partire, nonostante sia stato approvato dal Sindaco, dal Prefetto, dal Questore e dalla Politica.
Il pessimismo è inoltre alimentato da un ufficio denunce al collasso, con tempi di attesa estenuanti; dal paradosso di un Posto di Polizia Centro che potrebbe alleggerire la centrale in questo lavoro, ma che da quasi due anni esiste solo sulla carta…; da poliziotti di quartiere, oramai “inattivi”, i quali hanno riposto il titolo, essendo stati dirottati ad altre attività; da poliziotti che mortificano la propria professionalità ogni giorno, dovendo tappare i buchi di servizi oramai sempre più “emergenti.
La lista è lunga e laboriosa, ma insistente nel portarci a ribadire che, nelle condizioni attuali, se proprio Modena non si può sottrarre alla riapertura del Cie, che almeno si lavori affinché le condizioni operative (più uomini e mezzi) ed organizzative (diversa gestione degli ospiti) rendano la riapertura meno gravosa per le Forze dell’Ordine e più sicura per i cittadini.
(comunicato della Segreteria Provinciale Silp Cgil Modena)