Ricordare sì – “e posizionare il nostro pensiero sulla inaudita gravità della Shoah” – ma anche e soprattutto riflettere su un’attualità “che ci chiama tutti in causa, a partire da chi rappresenta le istituzioni, perché di muri in questo mondo se ne continuano ad innalzarne tanti: muri di pensiero, di sensibilità, muri materiali di separazione tra persone che per definizione sono tutte uguali”.
E’ un passaggio dell’intervento con il quale il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha commemorato questa mattina in sinagoga la Giornata della memoria: il riferimento è ovviamente al muro che il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta realizzando al confine con il Messico – “un fatto del tempo che viviamo, che credo non abbia bisogno di commenti” – ma anche “a quello che accade nei confronti dei migranti del Mediterraneo, perché c’è anche un muro legato alla disponibilità o meno all’accoglienza che chiama in causa tutto il popolo di un continente e un mondo nella sua interezza rispetto all’atteggiamento da tenere sull’eguaglianza tra le persone e sulle possibilità di essere solidali e prossimi agli altri”.
Nel portare il suo saluto “in particolare agli studenti, perché la scuola è la destinataria principale dei nostri sforzi e delle nostre energie nella convinzione che una comunità che cresce non può che crescere investendo sulle nuove generazioni per essere matura e all’altezza di un tempo complesso e complicato”, Manghi ha definito la Shoah “un fatto storic0 di una gravità inaudita nel portato di un’azione attraverso la quale l’uomo ha cancellato l’uomo e lo ha sopraffatto per motivazioni ovviamente irrazionali e inesistenti”. “Questo deve rimanere il punto di partenza delle nostre riflessioni in giornate come oggi, insieme alla considerazione che la storia ha forse indagato molto sul come quell’orrore sia avvenuto, un po’ meno sul perché, per capire come mai, al di là della follia di chi ha ordito tutto ciò, ci sia stato un contesto che lo abbia consentito – ha proseguito il presidente della Provincia – Ricordava Primo Levi che tra gli aguzzini che lui incontrò in campo di concentramento c’erano anche persone comuni, dunque il perché quelle persone si siano asservite a tale aberrante progetto e sostanzialmente lo abbiano reso possibile è un interrogativo che ci deve accompagnare ancora oggi proprio perché il nostro obiettivo, in giornate come queste, è l’adoperarci affinché non si ripeta”.
“Un saggio di Hilberg dimostra invece come la reiterazione purtroppo sia avvenuta e come la storia non sia stata maestra di vita, penso al dramma dei Tutsi in Ruanda che è uno dei tanti genocidi avvenuti sul solco di quanto accadde agli ebrei – ha proseguito il presidente Manghi – L’attualizzazione ci consegna, per altro, tante pagine, dalle più serie alle più apparentemente banali: a Praga esce in questi giorni un exit game denominato ‘Fuga da Auschwitz’ nel quale i giocatori devono fingere di essere prigionieri in un campo di sterminio nazista e devono tentare di uscire da una camera a gas. Ma se non si considerano nel giusto modo aspetti di questo tipo, la sbrigatività di pensiero neutralizza tutto e rende possibile ciò che purtroppo continua ad inverarsi intorno a noi, ovvero i tanti muri che in questo mondo si continuano ad innalzare”.
Contro questi muri , “deve esserci una azione di conoscenza fondata su uno spunto culturale e le scuole, insieme a chi come Istoreco sa coinvolgerle in maniera straordinaria attraverso ad esempio i viaggi della memoria, svolgono un ruolo fondamentale”. “Le scuole reggiane sono molto sensibili e sanno generare occasioni straordinarie: io vengo da lì e a quel mondo appartengo, so quante sollecitazioni ricevono le scuole, ma non c’è soluzione alternativa al chiamarle in causa per generare percorsi formativi che risultano determinanti nella vita e nella crescita delle persone”, ha concluso il presidente Manghi annunciando che “per la quarta volta, come sindaco, accompagnerà i ragazzi di terza media di Poviglio in un viaggio della memoria, una esperienza che lascia una traccia indelebile nell’animo e nel cammino di vita e spero anche nell’orientare un pensiero” e definendo “valida e meritoria di approfondimento, perché si iscrive in questo solco, la proposta lanciata dal vicepresidente di Istoreco Matthias Durchfeld di trasformare la sinagoga in un luogo vivo, di studio, ricerca e ricordo, dodici mesi all’anno”.