Quando senti di appartenere fortemente ad un territorio, ad una città, ad un quartiere, difficilmente resti immobile mentre questo feudo di ricordi cade a pezzi, si degrada col passare degli anni. In questi giorni, nella sede della Malagoli Aldebrando, nota azienda di Modena, si discute molto di riqualificazione, di qualità della vita, di ristrutturazione urbanistica. Enrico Malagoli, presidente di Confimi e cittadino attivo di Modena Est, ha molto a cuore il futuro ed il presente del suo quartiere, e con il prezioso aiuto di Fausto Cigni, storico membro del Partito Democratico modenese, ha in mente di rilanciare l’aspetto e la forma di questo antichissimo quartiere che sorge a ridosso delle zone residenziali più ambite. Piccole e medie imprese, popolazione e politica locale insieme per creare la giusta sinergia utile a salvaguardare la vivibilità della città.
“A Modena Est sono nate le prime imprese artigiane: anche la nostra Malagoli Aldebrando ha mosso i primi passi nel garage sotto casa. Tutti avevano il laboratorio nel recinto domestico. Sotto si lavorava, sopra si viveva. In pochi anni tutte le case sono diventate delle piccole aziende, ma col passare del tempo questa zona è stata circondata da aree residenziali, la città ha cambiato volto e quei laboratori sono andati via via in decadimento. Ora Modena est è una sorta di zona artigianale in disuso a ridosso delle abitazione dei modenesi, dei quartieri residenziali” Il presidente di Confimi Modena ha continuato dicendo: “Chi doveva investire in aziende ed in industria andava altrove, in zone più comode, dove c’è una viabilità più fluida, più vicina alle grandi arterie. Ecco quindi che il quartiere è diventato piuttosto vuoto, nonostante si trovi in una zona comodissima, una zona che andrebbe riqualificata. Confimi Emilia e la nostra struttura è pronta a supportare questo processo, la piccola e media imprenditoria è favorevole a dare il proprio contributo per cercare di rendere più vivibile e più utile questo quartiere. Qui è necessario costruire nuovi appartamenti al posto dei vecchi caseggiati, riutilizzare gli spazi abbandonati così da arginare anche il fenomeno della criminalità”.
Interessante la proposta di Fausto Cigni, persona stimata anche nel mondo della piccola e media imprenditoria, conosciuto da tutti col nome d’arte di Sindaco di Modena Est: “Spesso mi confronto con i dirigenti di Confimi Emilia, persone che hanno molto a cuore lo stato del territorio in cui vivono e in cui lavorano. A Modena Est il 97% degli abitanti sono proprietari dell’immobile in cui vivono, circa il 30% sono anziani che vivono da soli, con molte difficoltà di ogni tipo. Alcuni di loro hanno a disposizione case enormi, con ampi laboratori. Caseggiati che però vanno mantenuti, e non tutti hanno questa disponibilità economica. La mia idea, che è diventato un progetto concreto ed apprezzato anche dai cittadini locali, è quello di riqualificare una parte del quartiere creando una sorta di isola felice per gli anziani” Fausto Cigni, mentre ci mostra il progetto, ci spiega come dovrebbe sorgere il nuovo quartiere: “Sono circa 20 villette indipendenti, di piccola misura, con un modesto giardino e senza barriere architettoniche, spazi di facile accesso anche per anziani con scarsa mobilità. Il villaggio comprende ambulatorio, spazio ricreativo, orti comunitari e servizi. In questi giorni, un medico di Modena Est mi ha scritto su Facebook dicendomi che sarebbe lieto, visto che è prossimo alla pensione, di rientrare in questo progetto e si è reso disponibile a gestire volontariamente l’ambulatorio. In questi giorni ho raccolto altre 14 adesioni al progetto: gente che vuole cambiare il quartiere in meglio”.
Progetto ambizioso, utile alla gente ed utile anche alla nostra edilizia, sempre più bloccata e rallentata dalla mancanza di progetti importanti, fondamentali per azionare la macchina della grande edilizia. Fausto Cigni ha continuato dicendo: “Oggi piccole e media imprese, amministrazione pubblica e cittadini devono lavorare ancora più a stretto contatto: quello che conta è il bene della comunità. Abbiamo organizzato una serie di incontri per sondare il parere del popolo e, in linea di massima, il progetto di riqualificazione e di ammodernamento piace ed interessa, chiaro che, per procedere è necessario portare avanti una campagna informativa capillare, che spieghi a tutti i residenti in cosa consiste questo progetto. C’è da trovare il giusto meccanismo per aiutare queste persone a sbarazzarsi della vecchia casa di grandi metrature e di difficile amministrazione per passare ad una villetta di ultima generazione, al passo coi tempi. Serve un meccanismo concordato con l’amministrazione e con le ditte costruttrici. Per riuscire però ci serve una risposta dal Comune. Oggi si parla molto di welfare…Siamo ancora in attesa di una risposta”.
Come spesso accade a rallentare il tutto è la macchina pubblica, Enrico Malagoli ha concluso così: “Abbiamo chiesto al Comune di aiutarci in questo progetto, di organizzare degli incontri, anche di natura tecnica, ma purtroppo la cosa si è arenata. Noi di Confimi siamo pronti a dare forza a questo progetto, ma per farlo diventare cosa concreta serve l’aiuto di tutti, specialmente del Comune e degli apparati pubblici. Oggi imprese, politica e cittadini devono ascoltarsi, pensare insieme e collaborare, perchè quello che più conta è il bene della comunità”.