In Municipio verrà esposto un drappo rosso, simbolo della battaglia culturale contro il femminicidio, come hanno già fatto tante Istituzioni nazionali e locali accogliendo l’iniziativa nata dalle donne sul web.
Lo ha deciso il Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 7 luglio approvando con il voto a favore di tutti i gruppi consiliari eccetto Idea Popolari Liberali, che ha espresso voto contrario, un ordine del giorno illustrato da Andrea Bortolamasi e firmato da tutti i consiglieri di sesso maschile dal titolo “Basta femminicidi: uomini contro la violenza maschile sulle donne”.
Insieme alla mozione approvata è stato trattato anche un ordine del giorno di Luigia Santoro (Idea Popolari Liberali) che chiedeva alla Giunta di promuovere nelle scuole medie inferiori e superiori percorsi volti a organizzare corsi di autodifesa teorici-pratici per dare strumenti alle donne per contrastare i fenomeni di violenza e riconoscere i primi segni di pericolo. Il documento è stato respinto dall’Aula con il voto a favore del gruppo proponente, di FI e di Francesca Maletti del Pd, contrario del resto del Pd e di Marco Bortolotti del M5s, e con l’astensione di Per me Modena, Sel, CambiaModena, Fas – Sinistra Italiana e di Elisabetta Scardozzi del M5s.
L’ordine del giorno approvato sollecita la Giunta a relazionare in Consiglio comunale “sullo stato di fatto del fenomeno in città, sulle azioni messe in campo nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno, sui bisogni emersi negli ultimi anni” oltre che a “promuovere e attivare il prossimo anno scolastico nelle scuole medie inferiori e superiori, anche attraverso il Piano antiviolenza nazionale e regionale, percorsi educativi laboratoriali di educazione all’affettività per prevenire la violenza sulle donne attraverso l’abbattimento degli stereotipi maschili e femminili che invadono il quotidiano e per una lettura paritaria della relazione donna uomo”.
Il documento precisa che “nessun cambiamento culturale può generarsi senza una presa di posizione pubblica degli uomini” e, accogliendo l’appello della petizione “La voce degli uomini” lanciata da Lucia Annibali, l’avvocata sfregiata con l’acido dall’ex compagno con la campagna #SeSeiUnUomoFirma, invita i consiglieri ad aderire alla stessa al fine di rappresentare e coinvolgere tutti i modenesi nell’assunzione di responsabilità e di presa di parola contro i femminicidi e ogni forma di violenza sulle donne: fisica, sessuale, psicologica ed economica.
Con la mozione, il Consiglio chiede che venga presa una posizione pubblica contro il femminicidio anche da “intellettuali, giornalisti, sportivi, educatori, insegnanti, medici e a tutti coloro che sono attivi sulla scena pubblica modenese nei diversi ambiti (associazionismo, volontariato, cultura, economia e altro)”, che possono mettere a disposizione la loro notorietà e la loro azione quotidiana per diffondere tale messaggio ai più giovani.
L’ordine del giorno chiede inoltre “ai modenesi che hanno superato l’incubo di scoprire la violenza dentro di sé e sono riusciti ad affrontarla, anche grazie allo sportello Liberiamoci dalla violenza, Centro di accompagnamento al cambiamento per uomini violenti dell’Ausl di Modena, attivo da alcuni anni, di prendere parola per affermare che è possibile fermarsi un attimo prima, e chiedere aiuto”.
Sul tema sono intervenuti i consiglieri Adolfo Morandi di FI, Fabio Poggi, Federica di Padova, Caterina Liotti, Chiara Susanna Pacchioni e Vincenzo Walter Stella del Pd, Luigia Santoro di Idea Popolari Liberali, Domenico Campana di Per me Modena e Marco Bortolotti del M5s.