Chi non ricorda Pippi Calzelunghe, protagonista della Tv dei ragazzi anni Settanta? P.I.P.P.I è il nome del progetto dove la piccola ribelle svedese è l’acronimo di Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione, e che propone interventi innovativi di accompagnamento dei genitori che si trovano a fronteggiare situazioni impegnative in cui può risultare difficile garantire ai figli e a tutta la famiglia un giusto benessere.
Un progetto quindi a sostegno della genitorialità vulnerabile che l’Unione delle Terre d’Argine (Settore dei servizi socio-sanitari) sta attivando in questi mesi con la collaborazione del Distretto sanitario dell’Azienda Usl, delle scuole e di diverse associazioni del territorio (unico nella nostra provincia su quattro regionali)
Il programma sperimentale P.I.P.P.I., nato dalla collaborazione tra il Ministero delle Politiche sociali e il Laboratorio in Educazione familiare dell’Università di Padova, prevede interventi costantemente monitorati, per arrivare a proporre azioni innovative a sostegno dei genitori con l’obiettivo primario di aumentare la sicurezza dei bambini, migliorare la qualità del loro sviluppo, promuovere il benessere in famiglia e ridurre il rischio di mal-trattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare.
Il costante monitoraggio scientifico del progetto consente di dare vita a riflessioni che hanno radici nella realtà del nostro territorio riconducibili poi all’intero territorio nazionale. In altre parole, se questo progetto darà i risultati auspicati in termini di miglioramento delle competenze genitoriali potrebbe fornire indicazioni e esempi concreti di buone prassi da sviluppare nel nostro territorio e nell’ambito dei servizi socio sanitari italiani. D’altronde i dati nazionali e regionali raccolti a tale proposito dicono che la prima causa degli allontanamenti in Italia è rappresentata dall’inadeguatezza genitoriale e che nei Paesi occidentali la negligenza nella cura dei figli è in aumento.
Il progetto sperimentale (che si svilupperà sia nel 2016 che nel 2017) sarà rivolto a dieci famiglie con bambini fino agli 11 anni di età e coinvolgerà assistenti sociali, personale scolastico, psicologi, educatori e famiglie di appoggio: una vera task force che lavorerà in modo integrato con i genitori per promuovere le loro risorse e capacità di risposta ai bisogni dei loro figli.
Con P.I.P.P.I. al centro c’è il bambino e i suoi genitori, con i quali viene costruito un progetto personalizzato che prevede una serie di azioni concrete capaci di sostenerli e aiutarli. Infatti per ogni famiglia vengono assicurati l’educativa domiciliare, il sostegno sociale con famiglie d’appoggio, gruppi con i genitori e i bambini e il partenariato tra famiglia, scuola e servizi.
“Il fatto che il nostro ente nel 2016 sia stato ammesso, insieme ad altri tre enti associati della nostra regione, a questa sperimentazione dimostra che le Unioni di Comuni – spiega la Presidente dell’Unione delle Terre d’Argine Luisa Turci – sono interlocutori stabili anche per la progettazione di nuovi modelli per i servizi territoriali. Con questo progetto vogliamo costruire una alleanza tra tutte le persone che hanno a cuore la crescita del bambino, per aiutare i genitori a continuare a vivere insieme ai propri figli perché siamo convinti che solo l’azione sinergica di ciò che ruota intorno al bambino può contribuire al suo benessere. Il Gruppo Territoriale – composto in modo misto da amministratori, funzionari e referenti del privato sociale – e che si costituirà la prossima settimana, svolgerà una funzione politico-strategica che garantirà la continuità dell’investimento e la possibilità di ricadute reali sull’operatività dei servizi dell’Unione”.