L’autotrasporto merci italiano aveva stipulato lo scorso 5 novembre con il Governo, rappresentato dal Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, e dal suo capo di gabinetto Mauro Bonaretti, un vero e proprio patto che prevedeva misure innovative per lo sviluppo del Paese. Il patto non era generico sui soli principi ma specificava, misura per misura, gli importi da destinare e gli obiettivi da raggiungere. Le risorse destinate all’attuazione del patto erano immediate, certe ed esigibili perché provenivano dalla soppressione del credito d’imposta sulle accise sottratte ai veicoli commerciali euro 1 e 2 a fare data dal 1 gennaio 2016.
“Ebbene – afferma Amedeo Genedani, presidente di Lapam Confartigianato Trasporti provinciale e nazionale e presidente di Unatras (l’unione delle associazioni dell’autotrasporto merci italiano che raggruppa le principali sigle del trasporto stesso), al momento nessun decreto attuativo del patto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. In particolare, è urgentissima la comunicazione ufficiale dell’Agenzia delle Entrate circa l’ammontare degli importi da dedurre nell’imminente dichiarazione annuale dei redditi per l’anno 2015 relativa alle “spese forfettarie non documentate. Il ‘pacchetto di norme’ che doveva migliorare l’ambiente, la diversione modale ed incrementare la competitività delle imprese dell’autotrasporto merci è rimasto sulla carta mentre i sacrifici che lo hanno permesso bruciano sulla pelle delle nostre imprese”.
La situazione non è accettabile e il Comitato Esecutivo di Unatras, composto dagli imprenditori dirigenti delle associazioni componenti, hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria ed hanno deciso di riconvocarsi per il “prossimo 16 maggio al fine di valutare tutte le iniziative utili a tutela della categoria, non escludendo la proclamazione del fermo dei servizi dell’autotrasporto”.