prostituzioneOltre al business del “mestiere più antico del mondo”, che praticava in un appartamento di Via Turri a Reggio Emilia, integrava i lauti guadagni con richieste estorsive rivolte ai clienti per evitare che nelle mani delle rispettive moglie e/o fidanzate finissero i piccanti e compromettenti video che li riprendevano, a loro insaputa, durante le prestazioni sessuali con la stessa prostituta. A scoprirlo i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia che, grazie al “coraggio” di un cliente terrorizzato delle conseguenze del ricatto, si è rivolto ai carabinieri per non pagare il riscatto richiesto di 3.400 euro.

Con l’accusa di estorsione i Carabinieri dell’Aliquota Operativa  hanno arrestato una cittadina marocchina 37enne residente in Via Turri a Reggio Emilia, fermata ieri pomeriggio proprio mentre riceveva un acconto della richiesta estorsiva da parte della vittima “liberata” dai Carabinieri. Nella sua abitazione i Carabinieri hanno sequestrato una telecamere, varie videocassette e 2 smartphone, il cui contenuto è ora al vaglio. Il sospetto è che la vicenda sia la punta di un iceberg di una più ampia condotta  estorsiva nei confronti di altri clienti in quanto oltre all’odierno denunciante i militari hanno rintracciato altre vittime.

Nella more dello sviluppo delle indagini, l’arresto della prostituta si è concretizzato ieri pomeriggio. Un uomo abitante in città si è presentato ai carabinieri confidando di essere vittima di un estorsione. Rassicurato dai militari ha trovato la forza di formalizzare la denuncia sostenendo che una prostituta, con cui aveva avuto più incontri, gli aveva chiesto 3400 euro per evitare la divulgazione alla moglie del video che l’avrebbe ritratto durante la consumazione della prestazione sessuale. Si era accordato con la donna per consegnarle, quale anticipo, 300 euro. I militari dopo aver preventivamente fotocopiato il danaro si appostavano nella zona convenuta per l’incontro intervenendo allorquando la prostituta riceveva i 300 euro. In sua disponibilità la busta con i soldi  ricevuti motivo per cui alla luce della flagranza del reato di estorsione veniva arrestata e ristretta a disposizione della Procura reggiana.

Nella sua abitazione, adibita ad alcova del sesso a pagamento, i militari hanno appunto sequestrato una telecamere e varie videocassette ora al vaglio unitamente ai due smartphone in disponibilità della prostituita. Le indagini ora proseguono essendo intenzione dei carabinieri di accertare l’eventuale esistenza di ulteriori vittime alla luce di quanto sta emergendo nella fase embrionale delle investigazioni. Via Turri a Reggio Emilia era già balzata agli onori della cronaca per il fenomeno della prostituzione che in tale zona della città viene praticato ed anche su questo aspetto i carabinieri del Comando Provinciale, in linea con gli intendimenti del comandante Provinciale Antonino Buda proseguiranno nell’azione di contrasto per contenere gli aspetti deleteri del fenomeno.