In Emilia-Romagna, la crescita della base imprenditoriale estera regionale accelera, ma continua a risultare più lenta rispetto a quella nazionale.
A fine 2015 le imprese attive straniere raggiungono quota 44.582 (il 10,9 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.257 unità, +2,9 per cento. Gli effetti della passata crisi economica riducono ancora dell’1,0 per cento l’insieme delle altre imprese regionali. In Italia l’aumento è ancora una volta più rapido (+4,5 per cento) e le imprese straniere si avvicinano a quota 498 mila, il 9,7 per cento del totale, a fronte di una diminuzione dello 0,5 per cento delle altre imprese, che risulta più contenuta di quella regionale.
Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (InfoCamere) elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese straniere diminuiscono solo in Valle d’Aosta. L’incremento è più rapido si ha in Campania (+12,9 per cento), e a distanza, in Calabria (+6,4 per cento). L’Emilia-Romagna è dodicesima per crescita. L’aumento delle imprese straniere è molto più rapido in Lombardia (+5,5 per cento), ma non di molto in Veneto (+3,1 per cento). In entrambe le regioni, le imprese non straniere resistono meglio di quelle emiliano-romagnole agli effetti della crisi.
La forma giuridica. La tendenza positiva è data innanzitutto dalle ditte individuali (+908 unità, +2,5 per cento), nonostante gli effetti della crisi passata ne limitino l’aumento. Esse costituiscono l’83,7 per cento delle imprese straniere e comprendono molte imprese marginali. Quindi un altro supporto è giunto dalla crescita molto più rapida delle società di capitale (+368 unità, +12,4 per cento), sostenuta dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa ha contribuito però alla lieve riduzione delle società di persone (-0,4 per cento). Si riducono anche le cooperative e i consorzi (-0,9 per cento).
Settori. La tendenza positiva origina sostanzialmente dal settore dei servizi (+1.210 imprese, +5,7 per cento), la cui crescita è determinata soprattutto dall’aumento delle imprese del commercio (+476 unità, +4,4 per cento), supportate dalla ripresa dei consumi, e di quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (+252 unità, +6,7 per cento), per la quasi totalità dovuto alla ristorazione. Aumentano sempre anche le imprese dei servizi per la persona (+141 unità, 12,6 per cento). Le imprese straniere contengono la tendenza negativa nelle costruzioni (-0,3 per cento) e segnano una leggera crescita nell’industria (+1,6 per cento).