WWF, LIPU e Legambiente lanciano una petizione in difesa della vegetazione fluviale in Emilia-Romagna. I tagli indiscriminati di alberi e arbusti lungo i corsi d’acqua si stanno moltiplicando in modo decisamente preoccupante, stando alle segnalazioni che sempre più frequentemente arrivano alle associazioni ambientaliste. Con la motivazione di voler ridurre il rischio idraulico a volte si realizzano interventi che hanno l’effetto opposto, aumentando la velocità della corrente, l’erosione delle sponde e il trasporto solido.
Inoltre i corsi d’acqua, privati della vegetazione ripariale, perdono le loro funzioni ecologiche a supporto della fauna, la capacità di ridurre gli inquinanti e di trattenere materiali e sedimenti. Ed è ancora peggio quando la vegetazione viene sostituita con difese spondali artificiali o quando si riduce la diversità morfologica del corso d’acqua, costituita da elementi come le pozze, i rami laterali, le isole e le lanche.
Eppure in Emilia-Romagna le leggi non mancano, a partire dalla DGR 3939, che già nel 1994 stabiliva che nei corsi d’acqua le “devegetazioni spinte vanno assolutamente evitate”. Mancano invece controlli adeguati, piani di manutenzione pluriennali basati sui criteri della riqualificazione fluviale e l’impiego di personale qualificato a partire dalle fasi di progettazione ed autorizzazione.
Con la petizione rivolta alla Regione Emilia-Romagna, WWF, LIPU e Legambiente vogliono portare alla principale autorità competente le voci di tutte le persone che non accettano di vedere deturpati in modo così pesante gli ambienti fluviali.
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