È sbarcato oggi alla tredicesima edizione del Parlamento europeo dei giovani il progetto “Seinonda”, percorso partecipativo promosso dalla Regione Emilia-Romagna per coinvolgere i cittadini e i vari portatori d’interesse nell’elaborazione del Piano di gestione del rischio da alluvioni. Il percorso avviato nel 2013 è stato scelto come “modello esemplare di processo partecipato” dalla “Soldartity Water Europe”, organizzazione non governativa nata nel 1998, con sede a Strasburgo.
L’assemblea dei giovani – che riunisce in Svizzera, a Burier, fino al 20 marzo oltre 70 ragazze e ragazzi provenienti da 17 Paesi europei – affronterà una discussione sui rischi legati all’acqua, su come prevenirli e gestirli, ponendo particolare attenzione all’importanza della partecipazione e della responsabilizzazione attiva della popolazione.
“Seinonda è stato selezionato per un’apposita seduta di lavoro perché riconosciuto come buona prassi a livello comunitario – afferma Paola Gazzolo, assessore regionale alla Difesa del suolo e Protezione Civile -. Si tratta di un risultato importante per un’iniziativa in cui da sempre crediamo con convinzione”.
Da dicembre 2013 a febbraio 2016 si sono svolti laboratori, incontri pubblici e convegni che hanno visto la partecipazione complessiva di circa 1.300 persone, oltre ai 15.000 contatti sulla Piazza virtuale “Seinonda”.
“Solo attraverso il coinvolgimento e la consultazione dei cittadini – conclude Gazzolo – è possibile diffondere vera cultura di prevenzione e protezione civile, rendendo le comunità resilienti e capaci di affrontare i rischi naturali”.
Il workshop dedicato all’esperienza emiliano-romagnola ha permesso di illustrare il progetto nell’ambito delle attività del Parlamento europeo dei giovani, focalizzando gli interventi sulle azioni da mettere in campo durante un evento alluvionale e sulle modalità con cui organizzare una rete di volontariato in seguito al verificarsi di un evento calamitoso. I ragazzi sono stati invitati a prendere parte ad un momento partecipativo per contribuire a sviluppare modelli di gestione delle emergenze.
foto: una sessione di lavoro del Parlamento europeo dei giovani