Un piccolo imprenditore reggiano con base imponibile di 50mila euro deve pagarne 17.970 tra Irap e Irpef: il dato, fornito dall’Ufficio Studi Confcommercio, colloca Reggio Emilia sotto Bologna e prima di Milano in un confronto coi 21 capoluoghi di regione italiani.
«Ridurre il carico fiscale sulle imprese e sulle famiglie –commenta Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia Reggio Emilia- è una priorità. Serve un controllo scrupoloso della spesa pubblica e un coordinamento efficace tra i diversi livelli di governo.»
«Seppure ci troviamo più o meno a metà rispetto al carico fiscale italiano, più o meno al livello di Bologna –continua Donatella Prampolini Manzini- il problema è comunque da prendere in considerazione seriamente perché sommando la fiscalità nazionale con quella locale le imprese reggiane subiscono una pressione fiscale globale superiore al 55%.»
«Come già ribadito qualche settimana fa in occasione dell’analisi sulla Tari –sottolinea Donatella Prampolini Manzini- richiediamo urgentemente alla nostra amministrazione locale una verifica dei costi e l’applicazione del criterio dei fabbisogni e dei costi standard. Le imprese oggi non possono permettersi di correre con una zavorra così pesante sulle spalle. Si rischia di inficiare qualsiasi azione migliorativa e l’effetto non può che essere di una crescita del Pil inferiore alle aspettative».