Il 2015 si è concluso all’insegna dell’emergenza smog. Tutti i capoluoghi di provincia della nostra regione, fatta eccezione per Cesena, si sono “svegliati” a dicembre con le centraline di fondo urbano e di traffico che registravano quasi ininterrottamente superamenti dell’ormai famoso limite del PM10 di 50 microgrammi per metro cubo da non superare per più di 35 volte in un anno. Più in generale, il 75% delle centraline in Emilia-Romagna hanno registrato superamenti della media giornaliera per più di 35 giorni durante il 2015. Parma, Reggio Emilia e Piacenza restano le realtà più critiche.
Di seguito la tabella riepilogativa dei giorni di superamento dei livelli di PM10 negli anni dal 2009 al 2015.
NB: Nel redigere questa classifica si è presa come riferimento la centralina peggiore (ovvero che ha registrato il maggior numero di superamenti nel corso dell’anno) presente nella città, a partire dai dati disponibili sul sito di Arpa Emilia Romagna.
Un peggioramento netto rispetto alla situazione del 2014, anche alla luce anche del lungo periodo di siccità di fine anno, ma, come indica la serie temporale di sforamenti degli ultimi sette anni, specialmente in città come Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini, non siamo più in una situazione di emergenza straordinaria. Per la qualità dell’aria è doveroso parlare di cronicità o se si vuole di “emergenza cronica”.
E non è ancora finita. Nonostante l’attenzione dei media, dopo il picco di fine 2015, sia decisamente scemata, a seguito della tregua negli sforamenti di inizio gennaio, negli ultimi 10 giorni i livelli di inquinamento sono tornati a salire, con sforamenti consecutivi in tutte le città. Di seguito la tabella di riepilogo dei primi 28 giorni del 2016.
Ricordiamo che, al di là dei limiti normativi, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della sanità, ha dichiarato il particolato atmosferico cancerogeno per la salute umana e associato spesso ad una maggior incidenza del cancro. Il recente rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea), ha inoltre ricordato come l’Italia abbia il triste primato nella classifica del numero di morti causati dall’inquinamento dell’aria: più di 84.000 nel solo 2012. Gli effetti del persistere di una pessima qualità dell’aria nell’arco di anni ha effetti sia acuti che cronici sulla salute di adulti e bambini e non solo: il particolato atmosferico fine aumenta la probabilità di basso peso alla nascita, rendendo i neonati più vulnerabili a livello respiratorio e neurologico, come risultato da uno studio di coorte europeo pubblicato nel 2013 su “The Lancet Respiratory Medicine”. Alla luce di queste evidenze – sottolinea l’associazione – è indispensabile che gli assessorati regionali all’Ambiente ed alla Salute lavorino in stretta sinergia, adottando con urgenza misure che salvaguardino la salute dei cittadini della nostra regione.
Legambiente chiede che sia approvato immediatamente il Piano Aria Regionale, che da troppo tempo è in attesa di approvazione. È fondamentale che le misure previste nel piano siano coordinate con politiche di promozione della mobilità pubblica su ferro con attenzione all’intermodalità, delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato e zone 30, oltre che della mobilità ciclabile. Fondamentale è inoltre rendere concorrenziale il trasporto pubblico locale sia in termini di costi, ma soprattutto di tempi di percorrenza; a questo scopo indispensabile è la realizzazione di corsie preferenziali per gli autobus.
L’associazione considera inoltre fondamentale che si attuino urgentemente politiche rigorose su due fronti in particolare: la riorganizzazione della mobilità nelle aree adiacenti a scuole e lo spostamento delle merci in attraversamento sul territorio regionale dall’autostrada alla ferrovia.
Per quanto riguarda le scuole, è indispensabile potenziare bicibus e pedibus, organizzando trasporti collettivi per gli studenti ed attribuendo un peso sempre maggiore al “criterio di vicinanza” nelle graduatorie per gli asili e le scuole, così come disincentivare il trasporto privato per gli studenti delle scuole, chiudendo al traffico le vie limitrofe all’edificio scolastico negli orari di ingresso ed uscita.
Quanto al trasporto merci, che attualmente è perlopiù realizzato su gomma con un’incidenza fortissima sulla qualità dell’aria, l’associazione chiede che vengano individuati dei meccanismi di sovra pedaggio per il traffico merci su gomma in attraversamento lungo le autostrade regionali, finalizzando gli extraoneri per sostenere la logistica ed il trasporto merci su ferro.
Contestualmente è necessario avviare sistemi sostenibili per la consegna delle merci agli esercenti nei centri storici, con un sistema condiviso di navette elettriche.
A questo link il dossier integrale Mal’Aria 2016
A questo link le 10 proposte fatte da Legambiente al Governo per garantire una migliore qualità dell’aria e della vita nelle città