‘I NAS hanno operato soprattutto a tutela della salute dei cittadini da attività, come quelle degli home restaurant (ristoranti casalinghi, ndr), che la mettono in pericolo poiché svolte senza alcuna qualifica professionale, senza nessun controllo preventivo da parte dell’autorità sanitaria e in condizioni di precarietà organizzativa’.
Così si esprime Fipe-Confcommercio Modena a commento di una serie di recenti controlli da parte dei NAS, organizzati in altrettante città italiane, e che hanno avuto come esito il sanzionamento di alcuni home restaurant con multe salate.
‘I controlli dei Nas, che sono a salvaguardia della salute ma anche del principio di concorrenza leale – precisa Fipe – non fanno che confermare un orientamento, ribadito anche recentemente da una risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico: la natura commerciale delle attività effettuate dagli home restaurant’.
La risoluzione n. 50481 del Ministero, infatti, definisce esplicitamente tali attività come economiche in senso proprio: “Non può che essere classificata come un’attività di somministrazione di alimenti e bevande – si legge nell’atto – in quanto anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela”.
‘Fipe-Confcommercio da tempo segnala l’anomalia ‘home restaurant’ al Ministero della Salute ed al Comando Generale dei NAS, che, come dimostrano i controlli effettuati, meritoriamente stanno lavorando per far cessare questa nuova frontiera della concorrenza sleale, attuata violando tutte le norme di legge vigenti per la tutela dei consumatori’.
A fronte della nascita, anche sul territorio modenese, di attività di home restaurant, l’invito che Fipe-Confcommercio rivolge alle Amministrazioni locali, alle Forze dell’Ordine ed all’Ausl, nonché agli organi di vigilanza competenti, è quello di prevedere azioni ispettive ad hoc: in ballo c’è la salute pubblica nonché la legittima pretesa dei ristoratori a vedere rispettate le leggi in materia e quindi salvaguardato il sacrosanto principio della concorrenza leale.