“La casa deve essere una priorità nazionale, per questo stiamo promuovendo un’iniziativa legislativa per l’utilizzo degli edifici statali inutilizzati insieme ai parlamentari del nostro territorio”, ha dichiara Virginio Merola, Sindaco di Bologna. “Un punto centrale dell’accordo siglato oggi da Amministrazione e sindacati, nel solco del lavoro svolto fino ad oggi dal Comune di Bologna per affrontare con soluzioni concrete la domanda crescente di alloggi. La priorità è la riduzione delle lista di attesa ERP, perché la casa è un diritto per i cittadini, un diritto che intendiamo promuovere rilanciando la nostra azione a partire dai quattro punti condivisi questa mattina. Nei prossimi giorni, sui fronti della casa e del lavoro presenterò alla città alcune precise misure in questa direzione”.
Di seguito il testo del verbale di accordo siglato dagli assessori Amelia Frascaroli (Servizi sociali), Riccardo Malagoli (Politiche abitative), Matteo Lepore (Economia), Cgil, Cisl e Uil: “La crisi economica, di cui si intravedono i primi segnali di miglioramento, ha prodotto effetti in tutti i settori dell’economia cittadina. L’occupazione è calata rispetto agli anni pre-crisi (meno 4,6% tra il 2014 e il 2008); il tasso di disoccupazione è aumentato negli anni di 2% (nel 2010 era 4,9% mentre nel 2014 si è attestata al 7%) con particolare sofferenza per quella femminile. Con questi parametri l’economia cittadina dimostra di essere vulnerabile ai fenomeni macroeconomici. Negli anni della crisi misure ad hoc sono state messe in campo per fronteggiare la crisi economica ed occupazionale. Il Fondo anticrisi è stato lo strumento che più di tutti ha consentito, anche se temporaneamente, a decine di lavoratori a continuare a svolgere un’attività lavorativa sufficiente a garantirsi un reddito minimo per sé e per la propria famiglia. A tal proposito lo strumento del Protocollo Appalti sottoscritto nel luglio scorso è lo strumento principale per garantire lavoro pulito e piena occupazione nei servizi e nei lavori appaltati dal Comune di Bologna. Nell’incontro odierno, le parti ribadiscono che la casa è un diritto di tutti i cittadini, un obiettivo al quale debbono e possono concorrere le Istituzioni, il mondo delle imprese e del lavoro, il terzo settore, operando in sinergia per dare risposte concrete alla forte domanda abitativa della nostra comunità. Nella crisi, la perdita del lavoro e la conseguente riduzione del reddito (o in alcuni casi al venire meno di qualsiasi entrata economica), nonché l’aumento del lavoro povero e precario, anche nella nostra città ha determinato per centinaia di persone e decine di famiglie una situazione di estrema povertà, a volte di illegalità o morosità incolpevole. Di conseguenza le Istituzioni, in primo luogo il Comune di Bologna, hanno dovuto fronteggiare in questi anni fenomeni, collegati al bisogno abitativo, che si sono sommati ad altre fragilità sociali. In questi anni le parti hanno sottoscritto varie intese sul tema in oggetto, tutte orientate a sollevare le famiglie in situazioni di difficoltà causate dalla crisi economica. Per tale scopo sono state alleggerite le leve fiscali, accorciati i tempi di consegna degli alloggi Erp, migliorate, velocizzandole, le modalità di consegna degli alloggi pubblici; individuate nuove risorse economiche per aumentare gli investimenti in tal senso. Ribadendo che in accordo con le OO.SS. i controlli ISEE vengono effettuati non più a campione ma sulla totalità delle domande e che ciò comporta, unitamente alla possibile variazione delle condizioni, un declassamento che, in molti casi, produce un sensibile aumento di lavoro e di conseguenza un allungamento delle assegnazioni. Tale problema richiede una riflessione congiunta. Questi sono solo alcuni campi nei quali le parti hanno convenuto in questi anni. Linee d’azione condivise I numeri e le cifre ci consegnano un problema abitativo nella nostra città con dimensioni importanti, più significativo rispetto al passato recente, nel quale alcuni interventi hanno attenuato la dimensione e gli effetti. Da questo punto di vista occorre rafforzare tutti gli interventi sotto l’aspetto economico, progettuale, organizzativo, relazionale. A tale scopo, le parti condividono quattro urgenti linee d’azioni da mettere in campo nell’immediato:
– Proporre un’iniziativa legislativa in ambito Parlamentare per permettere ai Comuni l’utilizzo del patrimonio statale inutilizzato a finalità abitative, in modalità e costi compatibili con i bilanci degli enti locali e i contesti sociali all’interno dei quali ci si muove, sulla scorta di quanto già ottenuto per l’ex residence Galaxy a Bologna.
– L’obiettivo di ridurre sensibilmente la lista d’attesa per gli alloggi Erp può essere raggiunto impegnando l’Amministrazione Comunale ad aumentare la capacità organizzativa dell’ufficio preposto, presso Acer, all’esame delle domande Erp con nuove risorse umane allo scopo di continuare a velocizzare i tempi per l’evasione delle domande. L’Amministrazione Comunale si impegna altresì a individuare risorse aggiuntive da destinare agli investimenti per la casa.
– Le politiche di emergenza abitativa, differentemente dalla graduatoria ERP, sono finalizzate al soddisfacimento di bisogni temporanei e di estrema povertà, nonchè alla promozione di percorsi per il rientro alla legalità. A tale scopo le parti si impegnano a condividere nell’immediato un progetto speciale focalizzato sul reperimento di una o più strutture vocate a questo scopo da mettere a disposizione di rete composta da terzo settore e privato sociale.
– I cittadini in condizioni di difficoltà economica che si rivolgono agli Sportelli Sociali del Comune di Bologna sono aumentati, tanto che i servizi non riescono a soddisfare tutte le domande con un’adeguata tempestività e qualità. Tale situazione provoca inevitabilmente l’allungamento dei tempi di attesa per un appuntamento presso l’assistente sociale. Le parti a tal proposito si impegnano a condividere un progetto per implementare la rete dei punti d’ascolto del Comune di Bologna con risorse adeguate. Successivamente verrà valutata la possibilità di coinvolgere tutti gli attori sociali che, per natura ed organizzazione, potrebbero, in raccordo con i servizi dell’Ente, fornire un supporto e un primo orientamento per il soddisfacimento dei bisogni socio-economici dei cittadini. Soggetti sociali e del Terzo Settore, adeguatamente formati, potrebbero, in funzione sussidiaria, consentire di ridurre la pressione verso gli sportelli sociali. Le parti convengono di avviare da subito una campagna di ascolto e di coinvolgimento di tutti i settori dell’economia e del sociale per implementare gli sforzi a sostegno delle famiglie, dei lavoratori, degli utenti dei SST. Inoltre verranno convocati Tavoli ad hoc, coinvolgendo anche le associazioni di impresa e il Terzo Settore, per sviluppare progettualità condivise”.