Nessun caso di Xylella in Emilia-Romagna, la batteriosi che nel 2013 ha colpito gli oliveti pugliesi. La conferma arriva dal Servizio fitosanitario regionale che ha in corso dal 2014 uno specifico piano di monitoraggio regionale. Le analisi relative a oltre mille siti sensibili costituiti da vigneti, frutteti, oliveti e vivai, ma anche verde pubblico e ambienti boschivi hanno infatti dato tutte esito negativo. I dati, aggiornati al 30 settembre, sono stati resi noti oggi in un lettera inviata a tutti i vivaisti dell’Emilia-Romagna. Per l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli “si tratta di un risultato importante che ci spinge a rinnovare la richiesta, già avanzata insieme ad altre Regioni, al Ministero delle politiche agricole di definire ufficialmente un’area ‘Xylella free’ sul territorio italiano, a vantaggio dei nostri produttori che oggi sono troppo spesso vittime di barriere commerciali non fondate sui fatti”. Risale al 2013 il ritrovamento di Xylella fastidiosa in provincia di Lecce su piante di olivo colpite da gravi disseccamenti. Questa è stata la prima segnalazione dell’organismo in Europa dove Xylella è inserita nell’elenco degli organismi nocivi da quarantena. Nel giugno 2015 è entrato in vigore il Decreto ministeriale che, in applicazione di quanto previsto dalla Commissione europea, stabilisce le misure di contrasto alla batteriosi nelle aree colpite; rafforza i controlli alle frontiere per scongiurare il rischio di introduzione del batterio; vieta l’importazione di vegetali di caffè destinati alla piantagione (ad eccezione delle sementi di caffè) originari di Costa Rica e Honduras; dispone l’attuazione in tutte le regioni di piani di monitoraggio. L’ampio spettro di potenziali insetti vettori e di piante ospiti fa di Xylella un patogeno particolarmente nocivo. Tra le piante ospiti sono comprese vite, olivo, pesco e agrumi, e diverse specie forestali e ornamentali.