In tutti e sei i Comuni dell’Emilia-Romagna dove ieri si sono svolti i referendum consultivi ha vinto il sì alla fusione. Oltre 14 mila i cittadini chiamati al voto a Granaglione e Porretta Terme nel bolognese, Montescudo e Monte Colombo nel riminese, Zibello e Polesine Parmense in provincia di Parma.
“Sono già cinque – afferma l’assessore regionale al Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti – le fusioni realizzate in Emilia-Romagna, che hanno dato vita ai Comuni di Valsamoggia, Fiscaglia, Sissa Trecasali, Poggio Torriana e Ventasso. Anche questa volta i cittadini hanno votato a favore del cambiamento: accorpare i Comuni significa avere meno burocrazia, maggiori servizi e di migliore qualità”.
“É un’altra tappa fondamentale nel processo di riordino istituzionale che abbiamo avviato – aggiunge Petitti -. Ora andiamo avanti sempre più determinati, anche con gli studi di fattibilità già attivati per l’aggregazione di nuovi Comuni. L’obiettivo è chiaro: semplificare, risparmiare, offrire nuove opportunità di investimenti, qualificare ulteriormente i servizi per i cittadini e per le imprese. A disposizione dei Comuni che nasceranno ci sono significative risorse, statali e regionali: solo considerando i primi tre anni, parliamo di 690 mila euro all’anno di contributi finanziari per Granaglione e Porretta Terme, oltre 365 mila per Polesine Parmense e Zibello, quasi 500 mila per Monte Colombo e Montescudo. Per quanto riguarda questi ultimi due Comuni – sottolinea Petitti – è anche giusto riflettere sulla bassa affluenza alle urne, un dato che di per sé non è mai positivo. Rimane il fatto, comunque, che a Montescudo e Monte Colombo rispettivamente oltre l’84% e quasi il 69% dei cittadini che hanno votato si è espresso a favore della fusione”.
L’assessore ricorda inoltre l’importanza data, nella legge regionale di riordino istituzionale, alle Unioni di Comuni e alle Aree vaste: “Abbiamo messo in campo una nuova prospettiva, per passare dal policentrismo alle Aree vaste interprovinciali, i cui ambiti territoriali dovranno essere definiti dai territori. Anche le Unioni di Comuni rivestono un’importanza fondamentale, perché diventano il perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino. Razionalizzare, semplificare, aggregare – conclude Petitti – sono i cardini del percorso di riordino istituzionale che stiamo realizzando assieme alle Istituzioni locali: l’obiettivo finale è di portare a 300 i Comuni entro questa legislatura”.
Acquisito l’esito dei referendum consultivi, l’Assemblea legislativa delibererà definitivamente entro 60 giorni sui tre progetti di legge di fusione.
Tutti i risultati del voto, con le percentuali di affluenza nei singoli Comuni, sul sito dell’Assemblea legislativa.