Tiziano-Motti-4-autNei primi sette mesi del 2015 i nuovi contratti a tempo indeterminato nel settore privato sono stati 1.093.584, in aumento di 286.126 unità (+35,4%) rispetto allo stesso periodo del 2014. Le cessazioni di contratto a tempo indeterminato sono state 953.944, in aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2014. Ce ne parla Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, analizzando i dati dell’  Osservatorio sul precariato dell’Inps. La variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 3.298.361 e 2.592.233 è di 706.128 a fronte di un saldo di 470.604 dello stesso periodo del 2014. La crescita del lavoro a tempo indeterminato è legata chiaramente al taglio dei contributi previdenziali per un triennio previsto per i contratti a tempo indeterminato stipulati nel 2015 previsto dalla legge di stabilità. L’Inps segnala inoltre  l’aumento consistente delle trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti. Nel periodo considerato sono state 388.194 (+41,6%) pertanto la quota di assunzioni con contratti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati è passata dal 32,8% dei primi sette mesi del 2014 al 40,2% dello stesso periodo del 2015. La distribuzione dei nuovi rapporti di lavoro per qualifica presenta una sostanziale stabilità della quota di operai, che passa dal 71,9% del 2014 al 71,8% del 2015, mentre si registra un leggero incremento della quota di impiegati, dal 22,6% del 2014 al 23,4% del 2015. In leggero aumento  anche il lavoro full time rispetto al part time: i nuovi rapporti di lavoro a tempo pieno rappresentano il 63,1% del totale delle nuove assunzioni nei primi sette mesi del 2015, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014.