La complessa ed articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena ha permesso al Commissariato di P.S. di Sassuolo ed al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Modena di individuare, ricostruire e disarticolare un pericoloso sodalizio criminale operante nelle provincie di Modena e Reggio Emilia e, in particolare, nel Distretto ceramico tra i comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Casalgrande e Castellarano.
L’attività investigativa è stata avviata nel 2013 a seguito di alcune segnalazioni pervenute da operatori finanziari con cui erano state evidenziate operazioni poco chiare, dietro le quali vi era il sospetto di vere e proprie operazioni di riciclaggio di flussi di denaro di illecita provenienza.
L’organizzazione, avvalendosi della forza intimidatrice dovuta alla notorietà di uno dei propri sodali, appartenente ad una famiglia di pregiudicati di Sassuolo, e delle condizioni ambientali createsi nel comprensorio ceramico a causa del periodo di crisi economica, ha svolto, per anni, attività di usura ed estorsione nei confronti di privati ed imprenditori che a loro si rivolgevano a causa dell’impossibilità di accedere ai canali di credito tradizionali.
L’attività della Polizia di Stato, scaturita da accertamenti finanziari su uomini appartenenti ad un clan operante a livello locale, dopo i primi riscontri investigativi trovava numerosi punti di contatto con altre indagini che le Fiamme Gialle di Modena stavano svolgendo seguendo una pista investigativa nata dalle risultanze di alcune precedenti inchieste.
Le convergenze risultavano tali da permettere alla locale A.G. di riunire l’intero contesto d’indagine in un unico procedimento e coordinare le due forze di polizia con il fine di smantellare un sodalizio che da anni agiva indisturbato, tanto da far apparire i suoi appartenenti quasi “intoccabili”, così da generare il nome dell’odierna operazione.
L’intera attività ha consentito di quantificare interessi usurari per prestiti che arrivavano ad avere tassi pari anche al 417% su base annua, oltre alle connesse estorsioni perpetrate attraverso condotte intimidatorie. Gli illeciti profitti realizzati venivano poi reinvestiti in attività commerciali quali bar e pizzerie tra i più noti del comprensorio di Sassuolo, nonché in aziende che operano nel campo della carpenteria metallica, dell’edilizia e della meccanica,
i cui titolari ufficiali risultavano essere semplici prestanome del gruppo criminale, il quale manteneva però appieno l’assoluto controllo delle predette attività economiche.
Tra gli episodi delittuosi accertati nel corso delle indagini è possibile citare:
– le condotte minacciose e vessatorie nei confronti della compagna di un parente, vittima di incidente mortale nel marzo del 2013, con il fine ultimo di ottenere l’affidamento della figlia in tenera età e poter poi incassare il premio di una polizza sulla vita intestata al congiunto, nonché l’eventuale risarcimento assicurativo connesso al tragico sinistro;
– il danno arrecato ai gestori di una pizzeria limitrofa a quella di proprietà del sodalizio, obbligati – poiché concorrenti – a chiudere l’esercizio e continuare a pagare comunque l’affitto dell’attività, salvo rilevare un altro locale in altra zona del Comune di Reggio Emilia grazie ad un oneroso mutuo per il quale uno dei soggetti tratti in arresto aveva prestato una garanzia, a fronte della quale aveva poi preteso una somma esorbitante (circa 60.000 euro);
– in ultimo, l’usura ai danni di un piccolo artigiano di Sassuolo, costretto ad emigrare all’estero poiché ridotto in miseria dagli esosi interessi applicati ad un prestito ricevuto – a causa di alcune difficoltà economiche – da parte di uno dei responsabili oggetto di misura cautelare.
I protagonisti del sodalizio sono riusciti negli anni a tessere, tra l’altro, una fitta rete di collegamenti con alcuni appartenenti ad altre Forze dell’ordine e pubblici ufficiali al fine di ottenere agevolazioni, facilitazioni o anche solo informazioni utili allo svolgimento o alla prosecuzione delle loro attività illegali.
Con i provvedimenti cautelari eseguiti nella mattinata odierna sono stati tratti agli arresti domiciliari i due principali attori del sodalizio, per i reati di usura, estorsione e corruzione, mentre con le altre tre misure coercitive, invece, è stato disposto il divieto di dimora e l’obbligo di presentazione alla P.G. nei confronti di altrettanti appartenenti all’Arma dei Carabinieri, tra i quali uno in congedo, per i reati di corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti di ufficio e favoreggiamento.
Lo stesso GIP del Tribunale di Modena, oltre alle misure personali, accogliendo le richieste elaborate sulla base di puntuali ricostruzioni patrimoniali, ha anche disposto il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di quasi 1.700.000 euro, nonché di alcune autovetture di lusso intestate ed in uso agli indagati.