La comparsa di volantini che avvisano la cittadinanza a partecipare a raccolte di abiti usati e piccoli elettrodomestici e a sostenere, offrendo locali adatti per incontri e scambi di materiale, le attività di una non meglio precisata associazione ha insospettito i Carabinieri della Stazione di Correggio che al riguardo hanno condotto autonome indagini ipotizzando per l’appunto la truffa laddove la raccolta era legata al commercio e non alla solidarietà. Per questo motivo i Carabinieri di Correggio, comune della bassa reggiana. prendendo spunto dal giorno in cui la raccolta sarebbe stata effettuata hanno svolto i dovuti servizi di osservazione riscontrando la presenza di un furgone con due persone intente ad effettuare la raccolta. Nello specifico caricavano nel furgone i sacchi degli abiti usati donati dai correggesi a titolo di solidarietà, come peraltro fatto ingannevolmente intendere nel volantino. Avendo accertato inconfutabilmente i fatti i militari intervenivano bloccando i due risultati essere un 31enne e un 40enne residenti a Carpi che venivano condotti in caserma.
Nello specifico i militari accertavano che il cellulare lasciato nel volantino era intestato ad un ignaro campano che al riguardo l’indicazione arbitraria del proprio cellulare aveva peraltro sporto denuncia. Lo stesso comune di Correggio, nella persona del Sindaco sporgeva denuncia per truffa disconoscendo la raccolta operata dalla pseudo associazione. Accertati i fatti i 2 venivano denunciati per concorso in truffa e in attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Fervono ora le indagini per risalire alla filiera del malaffare che, stando alle prime risultanze investigative dei carabinieri di Correggio, vedeva gli interessati effettuare la raccolta di abiti con finalità commerciali nel nome e per conto della solidarietà che avrebbe invece dovuto vedere gli abiti essere donati a persone bisognevoli. Già lo scorso mese di Giugno erano comparsi in paese gli stessi volantini: in quella occasione lo stesso comune, d’intesa con i Carabinieri della locale stazione, pubblico sul sito un avviso che allertava la cittadinanza della possibile truffa ora scoperta dai Carabinieri. Recenti inchieste condotte in altri contesti del panorama nazionale hanno rivelato come il business degli indumenti usati arricchisca la criminalità organizzata essendo emersi, in quelle inchieste, evidenti casi di ecomafie che vedevano le organizzazioni criminali rivendere all’estero come nuovi gli abiti usati raccolti in Italia con fini solidali.