“Ci attendiamo dall’Ue politiche strutturali rivolte al settore suinicolo non solo straordinarie bensì di sistema al pari degli altri comparti agricoli; e non solo a vantaggio delle produzioni destinate al consumo di carne fresca ma anche a sostegno del suino pesante che rappresenta in Emilia Romagna la nostra eccellenza produttiva, da cui la trasformazione in tanti salumi Dop e Igp: la suinicoltura non può più rimanere ai margini delle politiche agricole europee” ha detto oggi Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione nazionale di prodotto Carni Suine di Confagricoltura, partecipando al corteo di protesta degli agricoltori davanti al palazzo del Justus Lipsius durante il Consiglio straordinario dei 28 ministri dell’Agricoltura UE. “La globalizzazione economica che imprime una forte accelerazione agli scambi commerciali e i danni arrecati dall’embargo russo, chiamano i governanti europei ad assumersi la responsabilità di scelte importanti a supporto degli agricoltori, fino ad ora ‘vittime della politica internazionale e coloro che stanno pagando il prezzo più alto per la posizione espressa dall’UE nei confronti dell’Ucraina’ come cita il manifesto della contestazione”.
“Chiediamo inoltre massima attenzione verso il settore del latte nella difficile fase che stiamo vivendo, causa l’andamento negativo dei mercati e la congiuntura incerta dopo la fine del regime delle quote latte” ha sottolineato l’imprenditrice piacentina, delegata di Confagricoltura Emilia Romagna alla manifestazione promossa dal Copa Cogeca che riunisce la maggior parte delle sigle sindacali a livello europeo. “A tal proposito l’indirizzo delle politiche UE dovrebbe tendere a creare le condizioni per gestire meglio la produzione e per renderla economicamente sostenibile, in particolare quella destinata alla lavorazione del formaggio Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti più esportati del made in Italy agroalimentare”. Infine la delegata di Confagricoltura Emilia Romagna a Bruxelles “auspica maggior sostegno al comparto delle carni bovine che soffre dei prezzi all’allevatore fermi da diversi mesi su livelli non remunerativi”. Uno dei punti cardine del manifesto presentato oggi che, tra gli altri, denuncia: prezzi agli agricoltori troppo bassi che stentano a coprire i costi di produzione (solo il 20 per cento del prezzo di una bistecca va al produttore UE) e l’export agroalimentare danneggiato dall’embargo russo (si stima pari a 5.5 miliardi di euro il crollo delle esportazioni annuali UE verso la Russia su un ammontare complessivo di 16 prima dell’agosto 2014).