Nuove chiusure di banchi si prospettano nei prossimi mesi autunnali. “Siamo lasciati soli ad affrontare la crisi che continua a colpire duro gli operatori del Mercato coperto”, lamenta Luigi Savoia, presidente del Consorzio degli operatori dell’Albinelli.
Dopo una serie di incontri con gli Amministratori comunali per affrontare e provare a risolvere le difficoltà dovute alla necessità di innovazione e a una tassazione così elevata da costringere molti operatori a chiudere, dagli uffici di Piazza Grande non sono giunte più comunicazioni sulle strategie che si pensa di adottare e neppure in merito alle promesse opere di tinteggiatura e risistemazione di alcune parti dell’edificio storico. Dal 2013 ad oggi sono stati eseguiti solo “rattoppi” parziali in alcuni punti.
Una intensa attività di eventi all’interno del Mercato e il prolungamento delle aperture in occasione di Expo per intercettare le visite dei turisti, sono state il primo passo messo in campo dal Consorzio, con ottimi riscontri da parte dei visitatori. Il problema principale, ancora senza alcuna risoluzione, riguarda però il livello di tassazione.
Sul tavolo di discussione nei mesi scorsi, a cui ha partecipato anche un rappresentante di HERA, era infatti stata posta, in primo luogo, la necessità di rivedere le tariffe TARI, rivelatesi incredibilmente più elevate per gli operatori dello storico mercato rispetto ai negozi di equivalente tipologia posti fuori dal Mercato Albinelli.
Risulta dalle tabelle fornite all’Amministrazione che un’attività non alimentare, come ad esempio un’edicola, paga una tariffa TARI 19 volte più elevata rispetto a quella che paga una pari attività posta fuori dal Mercato; mentre un banco di generi alimentari generico versa un importo pari a 9 volte quello che paga un’attività equivalente fuori; un banco di frutta e verdura o di pesce paga invece di TARI un importo pari a 6 volte quello che paga una pari attività fuori dal mercato.
Questi dati allarmanti che si aggiungono agli affitti da versare alle casse comunali e alla oggettiva crisi di vendite, peggiorata dalle temperature africane di questa estate, lasciano gli operatori stremati ad affrontare i mesi futuri con vera angoscia. Fra le prime misure decise dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Mercato, vi è la chiusura del Mercato Albinelli nei pomeriggi di sabato a settembre, mentre precedentemente se ne era approvata l’apertura. La stessa apertura in occasione del Festival della Filosofia rimane incerta. L’intento è di calmierare le spese di gestione.