“Il Giudice del lavoro – recita una nota – ha riconosciuto la correttezza dell’operato della FP CGIL: l’accordo per le elezioni RSU del 31 marzo 2015 è valido (al contrario di quanto sostenuto da altri sindacati) ed a tutti i lavoratori è stato riconosciuto il diritto di voto (tanto ai dipendenti diretti che ai comandati dall’Ausl)”.
“Ne eravamo già convinti, ma fa piacere che anche giuridicamente venga riconosciuto che la FP CGIL si è comportata correttamente sia nei confronti delle altre sigle sindacali, sia nei confronti di tutti i lavoratori”, commenta Alessandro De Nicola della segreteria FP CGIL Modena.
Con sentenza datata 17 luglio 2015 il Giudice del lavoro, con parole inequivocabili, ha riconosciuto la ragione alla FP CGIL stabilendo che i lavoratori comandati possono candidarsi e possono votare all’Ospedale di Sassuolo per eleggere i propri rappresentanti.
“Considerato che qualche giorno fa un altro Giudice del Lavoro aveva rigettato la denuncia di Cisl, Uil, Nursind e Fials contro l’Ospedale di Sassuolo per condotta antisindacale, negli ultimi 4 mesi ci sono state 3 diverse istanze (su 3) che hanno dato ragione alla FP CGIL e torto agli altri sindacati – ricorda Marco Bonaccini (segretario FP CGIL Modena) – Qualcosa vorrà pur dire…”, aggiunge De Nicola.
“Contro la FP CGIL di Modena da mesi, senza argomentazioni sindacali e senza alcun fondamento giuridico, altre sigle hanno gettato gravissime ed infamanti accuse, arrivando anche alla denigrazione personale dei dirigenti sindacali. I lavoratori avevano già dato la propria risposta, prima con una imponente raccolta di firme e poi disertando in massa le elezioni fasulle di maggio 2015”, continua la nota. “Ora anche la Legge ha riconosciuto che un sindacato vince quando unisce i lavoratori, non invece quando li divide e li discrimina”, aggiunge Alessandro De Nicola.
“Mentre altri rifletteranno sul proprio operato, noi continueremo con ancora più convinzione a rappresentare gli oltre 500 lavoratori dell’Ospedale di Sassuolo, forti di ragioni sindacali, giuridiche e del consenso dei lavoratori” conclude Alessandro De Nicola.