Lapam Confartigianato torna sul tema degli F-gas, i gas fluorurati, perché in questi giorni il Ministero dell’Ambiente sta sollecitando le imprese registrate nel repertorio nazionale F-Gas, ma non ancora definitivamente certificate, a colmare questa mancanza c’è da rispondere ad un questionario conoscitivo.
Viene richiesto di compilare e inviare un questionario in cui si chiede il motivo della mancata certificazione. L’iniziativa ministeriale, pensata nel quadro delle attività di vigilanza e controllo, sottende la supposizione che una impresa registrata ma non certificata eserciti illegittimamente l’attività. Il Ministero chiede di riferire sul perché tale certificazione non è stata ancora ottenuta ed impone all’impresa di motivarne le ragioni attraverso l’accesso al sito Fgas, entro 15 giorni.
Un’attività che va nella direzione di controllo del Registro, ma che riporta alla luce i problemi legati all’elevato numero di adempimenti burocratici da svolgere per la gestione dei gas fluorurati.
“Tra i tempi troppo stretti per gli adempimenti, le costose duplicazioni delle informazioni, la ricorrente periodicità degli obblighi e le inutili pratiche da svolgere, il fardello che pesa sulle spalle delle piccole imprese che hanno a che fare con questo tipo di gas rischia di essere davvero troppo pesante – sottolinea Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia -. Come Confartigianato a livello nazionale abbiamo inviato una lettera al Ministero dove, premettendo innanzitutto che siamo favorevoli a iniziative volte ad assicurare il rispetto delle regole e la concorrenza leale tra gli operatori, evidenziamo però alcune perplessità sulle modalità del controllo. In particolare abbiamo sottolineato come la vigilanza dovrebbe partire e concentrarsi con azioni sugli operatori non iscritti nel registro nazionale nè adeguatamente formati e magari nemmeno iscritti alla Camera di Commercio anziché sulle imprese che hanno già iniziato l’iter certificativo”.