“La Uil Emilia Romagna è molto soddisfatta nell’apprendere come, sul tavolo del vicepresidente della Regione Emilia Romagna, sia comparso il dossier sulle misure di contrasto alla povertà. Finalmente il vice presidente ascolta e raccoglie l’allarme che le parti sociali, Uil in primis, da tempo, almeno dall’inizio della crisi, stanno lanciando: la presenza sempre più crescente di persone in difficoltà socio-economica.
Ci stupisce, però, come lo stesso vice presidente non si sia neppure premurato di spiegarci come intenda procedere, dando tutto già per scontato e addirittura anticipando eventuali nostre critiche. La Uil Emilia Romagna non ha preclusioni di sorta nei confronti del reddito minimo; di certo però ha numerose perplessità dopo quanto affermato dal vicepresidente.
Intanto va chiarito subito quale è la soglia di povertà e soprattutto con quale strumento si intenda calcolarla così da scongiurare il rischio di sperequazioni. Si vuole utilizzare l’Isee? Benissimo, ma va tenuto conto anche il tasso di evasione fiscale che, nella nostra regione, ha creato delle ‘zone franche’. Vogliamo prima discutere su come scovare gli evasori?
Il vice presidente azzarda anche una quantificazione (forse) un po’ imprudente del fondo da cui attingere per il reddito minimo: ma da quale capitolo di spesa li attinga non è dato sapere. Né tanto meno come intenda finanziarlo in futuro dal momento che per la Uil Emilia Romagna questo ‘ammortizzatore’ dovrà essere strutturale e non una tantum.
Un’ultima considerazione: per noi è un vanto non una colpa difendere i pensionati: non rinunceremmo mai e poi mai a questo (ricordo al vicepresidente che, quando va bene, la media delle pensioni in Emilia Romagna si aggira tra i 700 e gli 800 euro: nessun paperone quindi). Al contempo difendiamo anche i lavoratori. Un dubbio però ci sorge: gentile vice presidente ma cosa le hanno fatto i pensionati?”.
Questala dichiarazione del segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani sul reddito di cittadinanza.