Oltre novanta unità di personale, tra ispettori dell’Unità Investigativa Centrale dell’ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e militari del Nucleo Polizia Tributaria di Ravenna, hanno eseguito numerose perquisizioni locali e personali – disposte dalla Procura della Repubblica di Ravenna, nella persona del Sostituto Procuratore che coordina le indagini, dr.ssa Cristina D’Aniello – presso tre importanti aziende operanti nel settore vitivinicolo e nelle abitazioni dei responsabili delle stesse che, al momento, risultano indagati per falso in atti e registri, frode in commercio, frode processuale e contraffazione di prodotti agroalimentari.
L’operazione trae origine da un’attenta analisi del rischio eseguita dall’Unità Investigativa Centrale dell’ICQRF che aveva evidenziato, per le tre realtà vitivinicole, gravi anomalie nella gestione della tracciabilità delle materie prime e sulla qualità dei mosti d’uva e dei vini, rilevate tramite approfonditi accertamenti ispettivi e analitici.
Le indagini degli inquirenti hanno portato alla luce diversi sistemi di frode finalizzati alla vendita “aliud pro alio” di mosti d’uva e vini, tra cui anche un illecito traffico di prodotti vitivinicoli provenienti da compiacenti soggetti pugliesi che, secondo le ipotesi investigative, provvedevano al conferimento di mosti d’uva, ottenuti anche da uve da tavola, poi illecitamente destinati alla fermentazione alcolica al di fuori del periodo vendemmiale.
Allo stato, si è proceduto al sequestro in cantina di circa 150.000 ettolitri di mosti d’uva, vini e altri sottoprodotti di lavorazione e derivati, nonché di ingente documentazione contabile ed extra-contabile ora al vaglio degli inquirenti.
Si esamineranno al più presto le fonti di prova acquisite nel corso delle perquisizioni, al fine di reperire, tra l’altro, elementi extra-contabili comprovanti l’illecita rivendicazione di zone geografiche e indicazioni varietali prive di fondamento giuridico, finalizzata alla vendita di grandi quantità di vini da tavola e mosti d’uva designati con illecite indicazioni qualitative.
Il valore commerciale delle merci sequestrate ammonta, a una prima stima, ad oltre 5 milioni di euro.
Sono tuttora in corso ulteriori attività sulla tracciabilità e verifica di qualità dei prodotti presenti nelle cantine.
Saranno inoltre approfonditi i controlli sulla qualità dei prodotti attraverso analisi specialistiche sui numerosi campioni prelevati e sarà esaminata la copiosa documentazione contabile ed extracontabile sequestrata per individuare eventuali ipotesi di evasione fiscale o ulteriori reati tributari.
L’attività svolta si pone all’interno del dispositivo di contrasto alla contraffazione e al commercio di prodotti insicuri posto in essere dal Corpo ed è rivolto alla tutela della salute dei consumatori ma anche alla salvaguardia delle regole del mercato, a protezione delle imprese che le rispettano.