Sono già 19 le imprese capofila dell’Emilia Romagna che hanno aderito al Programma Filiere, l’innovativo progetto di Intesa Sanpaolo per far crescere le filiere produttive di eccellenza del sistema imprenditoriale italiano.
Il programma sviluppa un nuovo modello di collaborazione tra banca e aziende, allo scopo di migliorare le condizioni di accesso al credito e offrire servizi su misura per le imprese tra loro collegate da rapporti produttivi.
Il Programma Filiere si articola su investimenti, innovazione e nuovo approccio al credito. Gli investimenti sulle filiere industriali si concretizzano attraverso una disponibilità di credito a condizioni migliori, sconti su prodotti e servizi e attività di formazione rivolta alle imprese che partecipano al progetto.
Particolarmente innovativo è il nuovo approccio che identifica la filiera industriale, costituita da un’azienda capofila e dai suoi fornitori, e definisce un contratto specifico (l’accordo di filiera) con l’azienda capofila.
Intesa Sanpaolo ha definito una nuova modalità di valutazione del rischio che tenga conto degli elementi qualitativi della filiera, con la costituzione di un plafond di filiera e con una proposta di servizi tailor-made sia per le aziende che per i dipendenti.
In Emilia Romagna hanno per ora aderito al Programma Filiere 19 aziende capofila della regione che coinvolgono quasi 4.000 imprese fornitrici, per un volume d’affari complessivo di circa 8 miliardi di euro e, riguardo alle sole capofila, 10.000 dipendenti. Per queste filiere d’eccellenza Intesa Sanpaolo ha già stanziato un plafond di 2 miliardi.
A livello potenziale il Programma Filiere potrà avere ricadute significative per il sistema industriale dell’Emilia Romagna, puntando a coinvolgere 35 capofila (255 a livello nazionale), che impiegano quasi 16.000 dipendenti. In ottica di filiera, il programma potrà comprendere circa 5.500 imprese fornitrici (33.000 a livello nazionale), per un volume d’affari complessivo di oltre 10 miliardi di euro e un plafond di credito potenziale pari a circa 3 miliardi di euro (15,5 miliardi a livello nazionale).
Tra le prime imprese capofiliera in Emilia Romagna ad aver aderito al programma ci sono: Granarolo, Comer Industries, Bonfiglioli Riduttori, Conserve Italia, Gruppo Aeffe (Alberta Ferretti/Moschino), Caviro, Gruppo Salvi, Bertazzoni, Apofruit, Clai, Consorzio Agrario dell’Emilia, Consorzio AgriBologna, Consorzio Agrario Piacenza (TerrePadane), Consorzio Casalasco del pomodoro, Carra Mangimi, Olitalia, Ceramiche Gresmalt, OAM Macchine confezionatrici, Tampieri.
“Le filiere, che caratterizzano il sistema produttivo dell’Emilia Romagna, possono rappresentare la chiave di volta della crescita.”, – ha commentato Luca Severini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – “La ripresa deve poter coinvolgere anche le piccole imprese subfornitrici, spesso artigiane, tipiche della nostra regione. Le filiere sono particolarmente concentrate nel nostro territorio, favorendo rapporti stabili a livello locale e progetti comuni committente-fornitore, insieme ad un fitto scambio informativo che stimola l’innovazione, leva strategica della produttività”.
“Grazie al Programma Filiere Intesa Sanpaolo compie un passo decisivo per costruire un nuovo modello di relazione impresa-banca mettendo al centro dell’attenzione il rapporto tra azienda e fornitori: un legame fondamentale che tiene insieme il tessuto produttivo italiano. – afferma Stefano Barrese, responsabile Area Sales e Marketing di Intesa Sanpaolo – Con questa iniziativa Intesa Sanpaolo conferma il ruolo di acceleratore della ripresa economica del Paese attraverso la sua capacità di fornire al sistema delle imprese le risorse indispensabili per la crescita e lo sviluppo. Il Programma Filiere potrà avere ricadute importanti per tutto il territorio, incrociando i comparti industriali più rilevanti e portando benefici tangibili per migliaia di aziende, dalle più grandi alle piccole e medie”.
Secondo la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per essere vincenti sui mercati internazionali, principale driver di crescita delle imprese emiliano-romagnole, è necessario investire in innovazione. L’Emilia Romagna è ai primi posti in Italia per quota di imprese innovative e livello di investimenti in innovazione ed è tra le regioni dove più si esercita l’open innovation, con quasi 500 start-up innovative su 3.842 in Italia, seconda dopo la Lombardia
Occorre intensificare gli sforzi sul fronte dell’innovazione per moltiplicare il numero di filiere di successo, guidate da capofila vincenti che ottengono buone performance di crescita e che rinnovano continuamente le proprie produzioni.
Un ruolo decisivo può essere assunto da quella parte di subfornitura locale che partecipa proattivamente alle filiere, offrendo contributi in termini di innovazione, progettazione, personalizzazione e ricerca di nuove soluzioni e collaborando stabilmente con il committente nel miglioramento della qualità del prodotto.