Sì unanime del Consiglio comunale di Modena all’approvazione definitiva della delibera che aggiorna la classificazione acustica del territorio modenese già adottata nel febbraio 2014.
“Siamo alla conclusione di un percorso iniziato nella scora consigliatura”, ha spiegato nella sua relazione l’assessore all’Ambiente Giulio Guerzoni: “La classificazione acustica è uno strumento di cui i Comuni si devono dotare obbligatoriamente e che suddivide il territorio in zone omogenee, sulla base della destinazione d’uso, assegnando a ciascuna i limiti massimi di rumorosità. La classificazione – ha continuato l’assessore – è adempimento preliminare sia per una corretta pianificazione delle nuove aree di sviluppo urbanistico sia per l’adozione dei piani di risanamento acustico”.
L’assegnazione della classe acustica, definita a livello regionale, può avvenire direttamente per aree come scuole, ospedali, parchi, quartieri fieristici, ipermercati, zone industriali e infrastrutture di trasporto, o sulla base di un punteggio attribuito a parametri come la densità di popolazione, di attività commerciali e di attività produttive. I limiti di rumore associati alle classi sono invece fissati a livello nazionale e si differenziano per il periodo diurno (dalle 6 alle 22) e per il periodo notturno (dalle 22 alle 6). Il Comune di Modena si è dotato della classificazione acustica fin dal 1999 e ha previsto un adeguamento ai sensi di legge nel 2005. Il documento approvato aggiorna lo stato di fatto e di progetto sulla base delle modifiche intervenute al tessuto urbano dal 2005 a oggi e corregge gli errori materiali presenti. Dopo l’adozione del febbraio 2014, il documento è stato depositato all’Albo pretorio informatico del Comune e pubblicato sul sito del settore Ambiente in modo che i cittadini potessero presentare osservazioni, che non ci sono state. È stato richiesto il parere di Arpa, che è stato favorevole (con tre osservazioni, di cui due accolte). Di seguito si è passati all’approvazione definitiva.
Aprendo il dibattito Marco Chincarini (Per me Modena) ha sollecitato l’utilizzo di strumenti “più agili e di facile accesso per sollecitare i cittadini a esprimere le proprie considerazioni”. Dello stesso parere Marco Bortolotti, per il Movimento 5 stelle, che ha sostenuto che “è fondamentale, ai fini di un buon rapporto di chiarezza e trasparenza con i cittadini, che i documenti siano chiari e comprensibili. Tanto più se parliamo di un documento che diventa il punto di riferimento per le variazioni del Poc e del Rue”. Per Luca Fantoni, il documento dovrebbe diventare “una linea guida per il futuro Psc. Vorremmo che piani di questo tipo venissero maggiormente discussi perché non sono marginali, influiscono sulla vita di ciascuno di noi”.
Fabio Poggi (Pd) ha ricordato che “il Consiglio non sta prendendo atto di modifiche fatte da qualcun altro, siamo noi che le facciamo, perché questo piano, come il Psc, è uno strumento del Consiglio, anche se, visto il tema, è per forza proposto da un ufficio tecnico”.