Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, a Castelnovo è stato approvato all’unanimità un Ordine del Giorno che, sulla base anche di quanto proposto da molte associazioni, comitati e realtà locali nelle scorse settimane, intende sostenere con forza il mantenimento del punto nascite all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo. Il medesimo documento è già stato approvato all’unanimità anche dal Consiglio comunale di Carpineti, dalla Giunta dell’Unione dell’Appennino reggiano, e sarà posto in approvazione anche del Consiglio della stessa Unione dei Comuni, i cui consiglieri hanno già espresso parere ampiamente favorevole.
“Si tratta di un documento costruttivo, che avanza proposte concrete, e che auspichiamo possa essere la base di un dialogo che intendiamo aprire con la Regione sul reparto di ostetricia di Castelnovo – afferma il Sindaco e Presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino, Enrico Bini –. La stessa Regione aveva espresso disponibilità ad andare avanti su questi aspetti attraverso un dialogo con il territorio, durante la visita della Giunta a Reggio Emilia e l’incontro con i Sindaci a fine aprile. Anche ieri, lunedì, dall’incontro avuto con l’Assessore regionale Sergio Venturi credo siano emersi anche aspetti positivi: Venturi ha ribadito più volte che la scelta non è ancora presa. Ha ovviamente affermato che la base del dialogo dovrà essere l’Accordo Stato Regioni, che fissa il limite minimo di 500 parti all’anno, e credo che non potesse del resto disconoscere tale atto ufficiale. Ma crediamo, nell’ambito di quella sicurezza delle partorienti che è ovviamente la prima preoccupazione di tutti, che per Castelnovo si possa pensare non a una deroga, che come tale si intende limitata nel tempo, ma a una sperimentazione di un nuovo modello di collaborazione tra un ospedale che opera in territorio disagiato ed un hub sanitario di primo livello come il Santa Maria Nuova”. “Ora è il momento che questo dialogo si apra formalmente – afferma Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative, che ha condiviso il documento –. La Regione deve esprimersi apertamente su come intende il futuro del punto nascite e dell’Ospedale Sant’Anna nel suo complesso. Per un servizio del genere non ci si può limitare alle semplici rendicontazioni numeriche, si deve aprire un dialogo politico perchè ne va della tenuta sociale di tutto il territorio. Trattandosi di norme, la politica ha la possibilità di intervenire per cambiarle o modificarle contemplando le peculiarità dei territori”.
Il Comitato “Salviamo le cicogne” da parte sua si dice “profondamente soddisfatto che si sia arrivati ad un documento condiviso sul quale portare avanti questa azione di sostegno del reparto di ostetricia, di comune accordo con le istituzioni del territorio. Questo impegno non deve vedere dei “distinguo”, ma trovare una unità di intenti trasversale e più ampia possibile, perchè solo in questo modo potrà essere efficace. Abbiamo raccolto in poche settimane oltre 6000 firme a sostegno del punto nascite, per le famiglie dell’Appennino ed in particolare del crinale è un servizio di vitale importanza che non può venire meno”.
IL DOCUMENTO APPROVATO
Nel documento approvato si legge: “La Regione Emilia Romagna dovrà definire, in ragione dell’accordo Stato-Regioni sottoscritto nel 2010, il piano di chiusura di alcuni punti nascita che registrano un numero di parti/anno inferiore a 500; il punto nascita del Reparto di Ostetricia – Ginecologia dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti non raggiunge tale valore soglia. L’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti insiste su un territorio montano con una superficie complessiva di 800 kmq ed una popolazione di circa 32.000 abitanti, con località distanti oltre 70 km dall’ospedale di Reggio Emilia e tempi di percorrenza, in condizioni climatiche favorevoli, di 1 ora e 40 minuti; la configurazione del territorio, le distanze, la viabilità e le situazioni metereologiche avverse nella stagione invernale sono elementi di particolare rilievo in questo contesto, soprattutto di fronte al verificarsi di situazioni non programmabili e imprevedibili di emergenza-urgenza per la donna gravida. La qualità, il livello, l’integrazione dell’Ospedale S. Anna nella rete ospedaliera provinciale, nonché lo sviluppo di percorsi e modelli organizzativi avanzati di gestione integrata con l’A.O. S.Maria Nuova, sono frutto di una programmazione sanitaria appropriata e del perseguimento di un ideale di solidarietà tra aree forti e aree più deboli, all’interno di una politica della Regione Emilia Romagna basata sulle pari opportunità tra persone e pari opportunità tra territori; rispetto alla possibile chiusura del punto nascita è molto alta la preoccupazione emersa fra la popolazione del territorio montano, alla quale hanno dato voce Confcooperative e il Comitato Salviamo Le Cicogne, appositamente costituitosi di cui accogliamo l’invito come da richiesta del 23/05/2015.
Il Punto Nascita del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale S. Anna, nel corso degli ultimi anni ha sviluppato e consolidato un modello di integrazione gestionale, organizzativa e professionale che lo ha portato a confluire nel Dipartimento Materno-Infantile dell’Arcispedale S. Maria Nuova, afferendo direttamente alla Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, centro provinciale di riferimento di 2° livello; gli standard organizzativi, gestionali e professionali sono garantiti al pari dei Punti Nascita degli ospedali della provincia con volumi superiori ai 500 parti/anno.
L’Ospedale S. Anna svolge un ruolo fondamentale per la garanzia di risposta ai bisogni di ricovero, assistenza e cura della popolazione residente nel Distretto Montano; l’eventuale chiusura del Punto Nascita del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Castelnovo rappresenterebbe una riduzione di tale livello di risposta.
Riteniamo che la Regione debba sottolineare l’appropriatezza e la sostenibilità del modello organizzativo, gestionale e professionale adottato dall’AUSL di Reggio Emilia e dall’A.O.ASMN per il Punto Nascita di Castelnovo ne’ Monti; la sanità faccia parte del complesso sistema del welfare e quindi tanto più importante per zone più vulnerabili come la montagna che richiedono, non tanto deroghe temporanee, ma la scelta e il sostegno di un modello ospedaliero integrato come modalità organizzativa delle cure avanzata e sicura per i cittadini e i professionisti, in presenza di forti complessità territoriali.
Si esprime quindi contrarietà all’eventuale chiusura del Punto Nascita del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale S. Anna e si impegna la Giunta Regionale a proporre al Governo il consolidamento e l’ulteriore perfezionamento del modello organizzativo integrato per il Punto Nascita, quale sede decentrata del centro provinciale di riferimento di 2° livello A.O.ASMN.
Un progetto pilota che, grazie alla mobilità del personale, alla flessibilità organizzativa, alla formazione dei professionisti, possa garantire l’attività ostetrico-ginecologica e l’assistenza al parto con gli stessi professionisti di riferimento, implementando a pieno tutte le azioni di miglioramento continuo del percorso nascita e la stretta continuità con il consultorio ostetrico-ginecologico; a prevedere, nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera, il consolidamento dell’integrazione tra Ospedale S. Anna e A.O.ASMN nonchè delle sinergie gestionali, professionali e tecnologiche, valorizzando il potenziale dell’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti nella logica di rete e di integrazione dell’offerta e dei percorsi, rafforzando inoltre il sistema dell’emergenza –urgenza di rilevanza strategica per tutto il contesto”.