Duranti i controlli lui è stato trovato in possesso di una Pattada, il classico coltello a serramanico sardo, mentre lei nel reggiseno è risultata custodire alcune dosi di cocaina e di hascisc pronte allo spaccio. La restante cocaina e il materiale per il confezionamento delle dosi è stato rinvenuto a casa dei due conviventi che hanno fatto dell’illecita attività di spaccio un affare di coppia. Con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri della Stazione di Montecchio Emilia hanno arrestato un 35enne salernitano residente a Montecchio Emilia e la sua compagna convivente, originaria di Parma. I due, al termine delle formalità di rito, sono stati ristretti a disposizione della Procura reggiana. L‘origine dei fatti poco prima delle 23,00 di ieri quando nel corso di un controllo stradale la coppia veniva fermata in Via Saragat a bordo di un’autovettura, poco lontana da casa. L’atteggiamento di un ingiustificato nervosismo induceva gli operanti ad approfondire i controlli culminati con il rinvenimento di un coltello a serramanico “Pattada” lungo 21 cm di cui 10 di lama in disponibilità dell’uomo. Dalla strada alla caserma il passo è stato breve e dove nel corso delle rispettive ispezioni personali, grazie anche all’ausilio di una agente della Polizia Municipale, la ragazza veniva trovata in possesso di 3dosi di cocaina da mezzo grammi l’una e 2 dosi di hascisc contenenti complessivi 10 grammi. Dalla caserma all’abitazione della coppia il passo è stato breve e dove i Carabinieri di Montecchio Emilia davano corso a una perquisizione domiciliare che portava al rinvenimento di un involucro con 12 grammi di cocaina riposti nella camera da letto dove i militari trovavano anche sostanza da taglio, un bilancino elettronico di precisione e una busta con 240 euro in banconote di vario taglio. Alla luce di quanto accertato i 2 compagni venivano dichiarati in arresto con l’accusa di concorso in detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Gli arrestati domani compariranno davanti al Tribunale di Reggio Emilia per rispondere dell’accusa loro contestata.