In riferimento alla situazione del Gruppo Kale, sia per l’annunciata chiusura di Borgotaro che per le possibili conseguenze sul centro logistico di Ubersetto, il sindaco di Fiorano Modenese Francesco Tosi, dichiara:
“Seguo con preoccupazione la situazione occupazione nel gruppo Kale Italia. Quattro anni fa, quando Kale Group, terzo produttore europeo di ceramica, ha acquisito gli stabilimenti produttivi e i marchi Edilgres, Edilcuoghi e Campani del gruppo Fincuoghi, aveva espresso la volontà e l’impegno ad investimenti per 25 milioni di euro nel quinquennio, con acquisti di nuovi macchinari per lo stabilimento produttivo di Borgotaro.
Quattro anni dopo la realtà è diversa: chiusa l’unità di Sassuolo, è stata annunciata la chiusura anche di Borgotaro, mentre a Ubersetto, sede logistica di Kale Italia, il personale è stato ridotto dopo che l’azienda ha dichiarato 58 esuberi: 35 lavoratori hanno sottoscritto un accordo di non impugnazione; per altre 12 posizioni l’esubero è stato evitato con trasformazioni a part-time, spostamenti e riqualificazioni; per i restanti 11, che riguardano addetti della produzione, smantellata, è stata aperta una nuova procedura di mobilità.. I settanta lavoratori rimasti sono in cassa integrazione straordinaria fino al 19 luglio.
Esprimo a nome della comunità fioranese la solidarietà ai 122 lavoratori di Borgotaro e ci uniamo alle istituzioni regionali perché l’azienda ritiri la procedura di mobilità.
La mancanza di un piano industriale mirato al rilancio produttivo di Borgotaro fa temere la volontà del gruppo Kale di sfruttare l’appeal di storici marchi della ceramica italiana e di ridurre Ubersetto a magazzino commerciale, con una inevitabile ulteriore riduzione di personale.
Non erano questi gli impegni assunti dal gruppo turco e non erano questi gli impegni più volte ribaditi ai tavoli istituzionali di confronto.
Ai sindacati e ai lavoratori ribadisco la partecipazione della comunità fioranese al loro impegno per la salvaguardia del posto di lavoro, disponibile ad intraprendere iniziative di mediazione o di pressione presso le istituzioni regionali.
Non è giusto che storici marchi ceramici del distretto vengano dirottati altrove per il loro sfruttamento commerciale, senza più creare lavoro e benessere nel nostro territorio”.