legambienteSono un Pendolare. Viaggio Sostenibile. #MeritoDiPiù. Questo il messaggio che in mattinata i volontari di Legambiente, insieme ai principali Comitati Pendolari della regione, hanno lanciato dalle stazioni di Bologna e Modena. Dalle 7:30 alle 8:30 i pendolari in arrivo in due dei principali nodi del trasporto ferroviario della regione hanno ricevuto in premio una spilletta per ricordare l’importanza della loro scelta sostenibile, che aiuta a migliorare la vita di tutti. Troppo spesso però muoversi con il treno si trasforma in un’odissea di disservizi, ritardi, treni malmessi e stazioni abbandonate al degrado.

Durante la conferenza stampa successiva Legambiente ha lanciato  in rete anche il breve video “Vita da Pendolari“, con gli aneddoti raccontati dai protagonisti. L’associazione invita inoltre i pendolari a condividere sui social network con l’hashtag #MeritoDiPiù immagini, storie di disservizi e proposte di miglioramento.

Legambiente ha voluto analizzare la situazione vissuta ogni giorno da migliaia di persone, con un dossier sulla situazione e le proposte del Trasporto Pendolare in Emilia Romagna.

Una fotografia che purtroppo censisce disagi quotidiani, problemi del materiale rotabile, ritardi e mancanza di adeguati investimenti sul trasporto pendolare. Fatiche e disagi inflitti ai circa 144.000 viaggiatori che in Emilia Romagna ogni giorno si muovono nelle linee regionali e nazionali per lavoro o studio .

Problemi che di fatto disincentivano, invece di favorire, l’accesso al mezzo pubblico e allontanano il raggiungimento degli obiettivi di riduzione di inquinamento, decongestione del traffico e lotta ai cambiamenti climatici.

Nonostante ciò la richiesta di spostamenti pubblici e su ferro è forte. I numeri del dossier infatti mettono in luce un aumento della richiesta di spostamenti su ferro, nonostante aumenti tariffari e tagli al servizio

Purtroppo sono soprattutto le scelte strategiche regionali degli ultimi anni a segnalare un problema di residualità del trasporto pubblico nelle priorità politiche. Non a caso il documento regionale di programmazione dei trasporti (PRIT 1998) è scaduto da 5 anni e si sono perse le tracce del suo adeguamento.  La nuova giunta Bonaccini, sollecitata anche dal Consiglio,  ha annunciato di

 

volere mettere mano in fretta a questo tema, ma le prime scelte di bilancio e le dichiarazioni sulle priorità non sembrano discostarsi molto dal passato, con grande sostegno mediatico alle autostrade..

Risulta quindi urgente un nuovo Piano Regionale, che muti radicalmente le priorità della regione spostandole dalle autostrade al trasporto pubblico. Questo sia per motivi ambientali che per garantire la qualità e l’accessibilità di un fondamentale servizio pubblico.

Le criticità che emergono nei singoli nodi sono numerose: nel nodo bolognese sono palesi le carenze dell’incompleto Servizio Ferroviario Metropolitano che vede i suoi apici nelle soppressioni, nei ritardi e nei mancati investimenti su linee come Porrettana, la Vignola-Bologna e la Bologna-Portomaggiore, il sovraffollamento nei treni che viaggiano sulla direttrice principale (Piacenza-Rimini), o il pessimo stato delle stazioni e dell’informazione all’utenza in linee come la Bologna-Firenze e la Bologna-Poggio Rusco. Nel nodo ravennate e sulla linea costiera gli evidenti problemi di programmazione oraria influiscono su ritardi, allungamento dei tempi di percorrenza e mancanza di coincidenze che si manifestano nelle linee Faenza-Ferrara, Faenza-Ravenna-Lavezzole e nei collegamenti con la linea Rimini-Ravenna-Ferrara. Nel modenese si soffre per la situazione emblematica della Modena-Sassuolo con una costante diminuzione nella qualità del servizio che ha visto intensificare nel tempo la soppressione di corse sostituite da autobus, l’aumento dei ritardi, l’assenza di controlli e di manutenzione del materiale rotabile ormai vetusto. Il nodo reggiano paga la mancanza di coincidenze e corrispondenze tra la linea principale (Milano-Bologna) e le linee secondarie, con conseguenti disservizi ai pendolari della provincia reggiana costretti all’allungamento dei tempi di percorrenza. Nel nodo ferrarese e nel nodo parmense mancano gli investimenti su due linee, la Pontremolese e la Ferrara-Suzzara, che potrebbero essere valide alternative ferroviarie alla TIBRE e alla Cispadana. Il nodo piacentino non sono ancora risolti i problemi al materiale rotabile e alla programmazione oraria che non permettono di eliminare il traffico veicolare costituito da autobus sostitutivi della soppressa Piacenza-Cremona.

La ricetta di Legambiente per invertire la rotta è chiara: spostare le priorità sul ferro, sul trasporto pubblico locale e sulla mobilità dolce, spostando gli investimenti da inutili strade ed autostrade verso il trasporto pubblico su ferro.

L’obiettivo deve essere il raggiungimento della quota di riduzione sotto il 50% degli spostamenti individuali in auto in ambito urbano e periurbano, attraverso il vincolo del 50% di investimenti per le opere di trasporto pubblico locale. Tale obiettivo può essere raggiunto esclusivamente tramite la creazione di un’Agenzia Regionale dei Trasporti che si occupi di pianificazione del TPL, mobilità dolce, appalti, vigilanza sul servizio e mobility management. Aspetto non secondario per l’appetibilità del trasporto pubblico locale su scala regionale è la rapida entrata in vigore di un sistema di tariffazione integrata unico per tutta la regione, in grado di consentire l’utilizzo di tutti i mezzi di trasporto, inclusi anche i servizi di car sharing e bike sharing, mediante una tessera elettronica ricaricabile ed utilizzabile a consumo, accompagnata da un sistema “smart” efficiente in grado di fornire informazioni dettagliate su orari, fermate e coincidenze attraverso le più moderne tecnologie mobili.

 

 

In ambito strettamente ferroviario è indispensabile il rinnovo in tempi rapidi del materiale rotabile, associato ad una costante manutenzione, oltre che ad un potenziamento delle linee e delle stazioni, e ad una corretta pianificazione oraria per il miglioramento delle coincidenze.

Per quanto riguarda il miglioramento delle infrastrutture, la priorità negli investimenti va al completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna, vera alternativa al Passante autostradale Nord. Nel parmense è necessario perseguire il TI-BRE ferroviario, alternativo a quello stradale, attraverso l’adeguamento della Piadena, Mantova Verona. Su Piacenza è fondamentale riattivare la linea Piacenza-Cremona (chiusa lo scorso anno) mentre nel nodo ravennate è indispensabile tornare a parlare della riattivazione di un collegamento ferroviario diretto con Ravenna con il ripristino della linea tra Budrio e Massa Lombarda.