Sono trascorsi nove secoli dalla morte nel 1115 di Matilde di Canossa, nata nel 1046 e protagonista della storia italiana del Medioevo tra XI e XII secolo. Nel nono centenario, alla gran contessa Modena ha dedicato un progetto di teatro scolastico, per iniziativa del Coordinamento Sito Unesco che ha sede al Museo civico d’arte e in collaborazione con i Musei del Duomo. L’esito della sperimentazione – coordinata da Luana Ponzoni e Simona Pedrazzi dei Musei civici e affidata all’associazione Sted – è la messa in scena dello spettacolo “Matilde forever” in programma domenica 17 maggio alle 18.30 a ingresso libero in piazza Grande (alla Chiesa di San Carlo in caso di maltempo). Sabato 16 maggio dalle 19 alle 21, in occasione della notte bianca, in piazza Grande si potrà partecipare ogni 20 minuti a una anteprima itinerante della rappresentazione, affidata alla regia di Toni Contartese con la partecipazione di studenti del Liceo San Carlo e dell’istituto Fermi di Modena, affiancati da danzatori dello Sted e da un trio di musicisti (Saverio Martinelli, Giada Gallo e Rebecca Innocenti). Ai giovani attori si sono affiancati gli studenti dell’Istituto Deledda che hanno realizzato i costumi e quelli dell’Istituto d’Arte Venturi che hanno curato la grafica e la documentazione fotografica e video.
La drammaturgia è stata sviluppata nel corso dell’intero anno scolastico 2014/2015 sotto la guida del regista Contartese, grazie alla collaborazione tra studenti, insegnanti, ed esperti della vita della contessa. Lo spettacolo, infatti, è il risultato di una ricerca volta all’integrazione di espressioni artistiche diverse (danza, musica dal vivo, canto e recitazione) a partire da un incontro tenutosi nel dicembre 2014 con Giovanna Caselgrandi dei Musei del Duomo, che ha illustrato ai ragazzi l’importanza storica di Matilde e le ragioni del suo fascino nel corso dei secoli. Figlia del Marchese Bonifacio di Canossa e di Beatrice di Lorena, Matilde visse in un periodo di profondi mutamenti religiosi e istituzionali, di continue lotte, di intrighi e scomuniche. Fu figura di riferimento per la costruzione del Duomo di Lanfranco e Wiligelmo, come dimostrano il testo e le miniature della “Relatio de innovatione ecclesie sancti Geminiani”, manoscritto medievale esposto ai Musei del Duomo. Ardente sostenitrice del Papato, dimostrò, donna in un mondo tutto al maschile, una forza straordinaria, sopportando lotte, dolori, umiliazioni e solitudine, in nome degli alti ideali nei quali credeva fermamente.
“L’esempio di determinazione e coraggio della contessa – spiegano i promotori – dà un valore formativo aggiunto all’esperienza degli studenti, coinvolti in modo originale e attivo nella ricostruzione e attualizzazione della storia. A riconoscere le potenzialità positive di questa sperimentazione sono stati anche i privati che hanno coperto i costi: circa ottomila euro. Al Soroptimist Club di Modena, che ha partecipato dalle prime fasi allo sviluppo del progetto grazie all’entusiasmo della presidente Rosarita Bertoli, si sono affiancati l’Istituto di ricerche Agrindustria, Nem–Hydraulics e Banca Interprovinciale”.