carta_credito_on lineCambiano gli attori ma non la tecnica: attraverso siti di giochi online a sfida diretta (generalmente poker) il clonatore perde volutamente a favore dello sfidante (suo complice) che riversa le vincite sulla carta “pulita”. Vincite che poi i due giocatori si spartiscono equamente. Nella more che le indagini facciano piena luce sulla portata del fenomeno i Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza a conclusione di apposite indagini telematiche hanno denunciato con l’accusa di indebito utilizzo di carta di credito un 33enne della provincia di Benevento e con l’accusa di riciclaggio un 44enne della provincia di Cagliari. Secondo gli esiti investigativi, i due riusciti a decodificare la carta di credito prepagata di una 65enne reggiana, spillandole alcune centinaia di euro. I soldi venivano poi utilizzati in tornei online con sfide dirette. Qui scattava il “riciclaggio” tecnologico: il clonatore perdeva volutamente riversando il danaro nella postpay pulita dello sfidante, risultato suo complice. La malcapitata reggiana grazie al servizio sms di allerta si è accorta quasi subito dell’indebito prelievo rivolgendosi ai Carabinieri del suo paese.

Le indagini telematiche dei militari sulla società italiana, che si occupa della gestione di scommesse e gioco online per conto di un marchio del settore, dove le giocate erano state effettuate, hanno permesso di ricostruire i movimenti del denaro e le operazioni avvenute attraverso il web. Il campano aveva prima aperto un conto con quella società per poi utilizzare il danaro della carta clonata in tornei online facendo giocate con sfide dirette. La circostanza che vedeva la sfortuna abbattersi sul clonatore (perdeva sempre) a favore dello sfidante (sempre lo stesso) ha portato allo step investigativo successivo. Clonatore e sfidante erano d’accordo. In questo modo il sardo riciclava il danaro prelevato dalla carta di credito della reggiana. Una serie di operazioni che però sono andate a sbattere contro la scrupolosità delle indagini dei carabinieri sanpolesi che hanno identificato e denunciato i due hacker. Ora le indagini proseguono per accertare e verificare se dietro queste attività delittuose vi sia, come si sospetta, un’unica regia.