Confimi Emilia è la prima associazione di rappresentanza di imprese che si è data una struttura aggregata che copre tutta l’area dell’Emilia. Confimi Emilia si è costituita nei giorni scorsi, nasce dall’integrazione delle strutture di Confimi di Bologna, Modena e Reggio Emilia. Confimi Emilia rappresenterà anche gli altri territori emiliani.
La nuova struttura associativa è stata presentata oggi a Bologna, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato: Franco Govoni, presidente di Confimi Bologna, Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Modena, Gianfranco Lusuardi, presidente di Confimi Reggio Emilia e Mario Lucenti, direttore di Confimi Industria Emilia.
L’associazione avrà sede di rappresentanza a Bologna e la principale sede operativa a Modena: nelle sedi operative di Confimi (Bologna, Modena e Reggio Emilia) operano complessivamente 40 addetti, impiegati in gran numero nei servizi di supporto alle imprese associate.
I numeri di Confimi Emilia: 870 imprese associate, 12.700 addetti, 2,975 miliardi di euro di fatturato, 25% del fatturato realizzato all’estero, 50% delle imprese associate opera nel settore manifatturiero, 20% delle imprese associate opera nel settore edilizia e costruzioni, 10% delle imprese associate opera nel settore del commercio e servizi.
I servizi offerti alle imprese aderenti sono diversi, vanno dalla funzione di rappresentanza, all’assistenza sindacale e contributiva, alla fornitura agli associati di informazioni sull’evoluzione dei mercati e sulle novità legislative, alla segnalazione di bandi e opportunità di finanziamento per lo sviluppo della propria attività.
Confimi Emilia nasce a seguito di una riflessione sviluppata all’interno dell’associazione volta da un lato a razionalizzare e rendere più efficienti i servizi per gli associati, dall’altro a migliorare la rappresentanza delle imprese seguendo l’evoluzione istituzionale in corso in Emilia-Romagna e non solo, all’interno della quale le aree vaste avranno un ruolo sempre più importante. Confimi Emilia, all’interno di questo quadro, è l’unica associazione che tutela esclusivamente gli interessi della piccola e media impresa.
“Confimi Emilia ha l’obiettivo principale di riaffermare la centralità del settore manifatturiero nell’economia nazionale e regionale – dichiara Franco Govoni, presidente di Confimi Bologna – Alla Regione Emilia-Romagna suggeriamo di tenere conto della peculiarità del tessuto produttivo regionale (le imprese con meno di 10 addetti variano tra il 93,8% del totale nella provincia di Modena al 95,9% del totale nella provincia di Ferrara. Fonte: Istat) nell’elaborazione delle proprie politiche industriali. Oggi le piccole e medie imprese hanno bisogno di sostegno per l’internazionalizzazione: bisogna rafforzare il sostegno alle reti d’impresa, la dimensione non è l’unico fattore per essere vincenti nell’export”.
Confimi Emilia ha elaborato due proposte dettagliate per garantire sostegno alle pmi e trasparenza negli appalti pubblici. I due dossier saranno presentati nei prossimi giorni alle istituzioni locali, alla Regione e alle Camere di Commercio del territorio.
“La prima proposta dice basta con l’utilizzo dei fondi europei per finanziamenti a fondo perduto. Trasformiamo quei fondi in prestiti a tasso agevolato alle imprese, le rate restituite confluiranno in un fondo a rotazione per il finanziamento delle attività produttive emiliano-romagnole – dichiara Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Modena – L’altro tema che ci sta particolarmente a cuore è quella della trasparenza degli appalti pubblici e della buona gestione del denaro pubblico. Consegneremo alle istituzioni una nostra proposta che prevede l’estrazione a sorte dei componenti delle commissioni di gara, il giorno precedente l’insediamento delle commissioni. I commisari dovranno essere sorteggiati da un elenco costituito presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione, a cui sono state trasferite le funzioni dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici”.
“Le piccole e medie imprese, per poter continuare a crescere e creare ricchezza diffusa nel territorio, hanno sì bisogno di una forte infrastrutturazione immateriale, ma oggi l’efficienza si fa anche con le infrastrutture materiali, senza di quelle l’Emilia-Romagna rischia di fare passi indietro e impoverirsi – dichiara Gianfranco Lusuardi, presidente di Confimi Reggio Emilia – Alla Regione Emilia-Romagna chiediamo di fare tutti gli sforzi per far aprire rapidamente e concretamente i cantieri delle grandi opere. Le piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna hanno bisogno della Cispadana, della bretella Campogalliano-Sassuolo, del Passante Nord e dell’ammodernamento del porto di Ravenna. Il tempo delle discussioni è scaduto, già da molto. Le imprese sapranno apprezzare quegli amministratori che passeranno dal dire al fare. Abbiamo bisogno di fatti concreti e non di inseguire sterili populismi o interessi elettorali”.