La recentissima presentazione del Rapporto Unioncamere sulla “economia illegale in Emilia-Romagna”, si apre mettendo a fuoco la “..criminalità organizzata e nuove frontiere del business” nei nostri territori, con le preoccupanti – ed alcune inedite – peculiarità modenesi, reggiane e romagnole.
Sancisce primati deteriori, già emersi e segnalati anche dal sindacato, che coinvolgono il riciclaggio, la creazione di imprese fittizie, cooperative fasulle, episodi crescenti di corruzione, reati ambientali, fino alle inedite dimensioni nell’impiego della cosiddetta “manovalanza arruolata fra disoccupati e precari”.
A Modena addirittura il primato nazionale sulle contraffazioni e commercio abusivo dei ricambi di auto e meccanica…ma su questo già erano chiari gli atti del convegno Federconsumatori Cgil di due anni fa.

Insomma, tutte attività economiche illegali che sconfinano negli affarismi delle mafie importate ed autoctone, che portano ad “indici di vulnerabilità economica” crescenti nei nostri territori regionali: 1° Modena, 2° Bologna, 3° Rimini, 4° Reggio, 5° Forlì .
Ma dalle autorevoli ricerche, emerge con maggior forza la necessità urgente di aggiungere un nesso essenziale – finora sottovalutato – fra penetrazione malavitosa nelle nostre economie del territorio e deregolamentazione massiccia dei rapporti e modalità di lavoro.
I dati delle irregolarità da record rilevati dalle attività ispettive nei luoghi di lavoro in queste province, sono solamente un segnale sintomatico di un fenomeno crescente,sempre più diffuso, poco contrastato ed anzi sempre più “proposto ed accettato” da settori imprenditoriali che considerano facoltativo il lavoro legale e regolare.

Il tutto sempre più condito dalla fornitura diretta di mano d’opera sfruttata ed asservita dai tanti ricatti.
Dalle squadre offerte ai cantieri del sisma – 8 euro/ora tutto compreso – già denunciate dalla Cgil alla magistratura, alle squadre di lavoratori calabresi inseriti nei subappalti come si legge in Aemilia, fino alla documentata mano d’opera casalese inviata per gestire interi filoni produttivi nel nostro agroalimentare.

In questi giorni, la Cgil di Modena ha segnalato alla Magistratura e all’Ufficio del Lavoro un caso straordinario per dimensione, crudezza e cinismo, palese illegittimità, con fasulla “maschera europea”.
Il supersfruttamento irregolare e caporalesco del lavoro, nel nome del “superare la crisi riducendo i costi”. Il caso sarà segnalato anche al Ministro del Lavoro.
Grazie alla sensibilità di un consulente modenese che mostra alla Cgil questo incredibile volantino “promozionale” parte la nostra denuncia e l’appello a reagire e dire BASTA.
Citiamo testualmente dal volantino: “Vinci la crisi con lavoratori interinali a contratto rumeno. Cosa stai ancora aspettando: risparmia il 40% e beneficia della massima flessibilità! Ed in più:  Niente Inail – Niente Inps – Niente malattia – Niente infortuni – Niente TFR – Niente consulenti – Niente tredicesima – niente 14° – No problems! Alla Tua Azienda non rimane che pagare 11 mensilità e non 14 più Tfr (e contributi) come stai facendo…ed in più: Niente anticipo di Iva perché le nostre fatture sono comunitarie” !!

A questi 10 “Niente” offerti generosamente alle nostre imprese, ne aggiungiamo l’undicesimo: ovviamente Niente sindacato fra i piedi!
Senza limiti al peggio, questa Agenzia fa la proposta sibillina alle nostre ditte – eventuali clienti – di poter anche assumere loro dipendenti “…in tal caso la nostra azienda diventerà nuovo datore di lavoro dei vostri attuali dipendenti”.
Per tranquillizzare, si aggiunge che “gli obblighi stipendiali” seppur quasi dimezzati, saranno rispettati, grazie alla “garanzia bancaria”. E vai !
I 5 settori coperti e proposti per questo moderno tritacarne lavorativo, sono ampi e, guarda caso, i più esposti al malaffare e riciclaggio con triangolazioni internazionali: “autotrasporto, turismo, edilizia, meccanica e settore sanitario con dottori, infermieri e badanti”.
Come detto, queste forme illegittime di lavoro estorsivo, circolano anche nei nostri territori. Ci risulta che in Italia siano 6-7 le Agenzie del genere!
Non basta lo sdegno verbale o il dire io non farò questi “contratti” di lavoro. Non basta appellarsi ai tribunali europei o confidare in Aemilia 2-3, ecc…
E non basta l’attenzione costante e la denuncia del sindacato, quando ci arriva !
Siamo ad un limite che umilia la cittadinanza del lavoro e la dignità di tutti.
La denuncia ed il respingimento di queste pratiche deve arrivare, a voce alta, da ogni rappresentanza che sta nel territorio: istituzioni, imprenditori, professionisti, partiti ed associazioni civili.

(Cgil Modena)