Un ripetersi continuato di attività che ben poco hanno di legale come pure di concorrenza leale. E che di conseguenza vanno ad incidere pesantemente e negativamente, sull’operato dei commercianti in regola, in primo luogo ambulanti già costretti a misurarsi contro i duri colpi inferti da crisi, il calo dei consumi a causa delle ristrettezze economiche, l’incremento incessante della pressione fiscale. ANVA-Confesercenti Modena non ci sta a sottacere il gioco ‘sporco’ portato avanti da mercatini degli hobbisti o del riuso. “Stanchi – spiega l’associazione – di fronte ad attività illegali, ma tutelate che operano alla luce del sole. Erano state normate da un regolamento prontamente però aggirato da un semplice cambio di nome. Chiediamo alla giunta regionale di impegnarsi nel contrasto al fenomeno che sinonimo di abusivismo ed evasione fiscale.”
A giustificare il proprio intervento ANVA chiama in causa la recente indagine condotta da Nomisma per conto di Confesercenti. Da cui emerge che tra le cause maggiori che determinano la riduzione di giro d’affari per le attività regolari di tipo commerciale, ci sono i fenomeni legati alla vendita abusiva nel 49% dei casi e le vendite effettuate nei mercatini occasionali degli hobbisti o riuso nel 33%. “Dati non solo preoccupanti, ma allarmanti – spiega l’Associazione – in considerazione del fatto che, tra i problemi che oggi danneggiano dal punto di vista lavorativo le attività commerciali sia in sede fissa che su suolo pubblico, secondo gli operatori quelli relativi ad abusivismo, contraffazione ed attività agevolate rappresentano il 49%: la metà praticamente, al secondo posto dietro solamente all’elevata pressione fiscale.”
Attività agevolate, tra cui rientrano gli hobbisti: questa la direzione verso cui punta il dito ANVA-Confesercenti Modena. Ma chi sono questi hobbisti: “Pensionati o persone che hanno già un’occupazione e che nel finesettimana s’improvvisano commercianti, ma c’è pure chi l’hobbista o fa di mestiere, dato guadagno esentasse col minimo sforzo. Vendono ovviamente di tutto: dall’artigianato, all’antiquariato, agli abiti, etc. Con un’unica differenza però rispetto agli operatori su area pubblica detentori di regolare licenza: non sono tenuti ad emettere alcun scontrino fiscale o ricevuta. Un’evasione al 100% di IVA, IRPEF e INPS e che con gli anni si è sempre più ampliata. Senza contare poi il paradosso generatosi: un operatore su area pubblica è tenuto per legge ad avere un registro che attesti la provenienza del bene venduto, gli hobbisti no. Quindi anche la mancanza assoluta di trasparenza e tutela nei confronti del cliente consumatore. Nessuna regola dunque. Si era cercato di normare l’ambito finalmente, ma ‘fatta la legge trovato l’inganno’: non più mercatini degli hobbisti, ma del riuso. Così potranno continuare ad operare in modo irregolare oltre che illegale, eludendo il fisco.”
“Riteniamo sia indispensabile ricondurre alla legalità ogni forma di attività abusiva o comunque fuori dalle regole e quindi provvedere ad eliminare velocemente le pericolose sperequazioni che esistono tra imprese e attività a regime agevolato, rivedendo la normativa fiscale che deve individuare, e quindi ridurre drasticamente, i casi di esenzione di attività alle quali non si applica l’IVA o le imposte sui redditi. Non è pertanto possibile che in ogni comune tutti i fine settimana prenda vita una rete commerciale parallela che si sovrappone a quella esistente. Vi deve essere un impegno delle Istituzioni e degli organi di controllo affinché le piccole e medie imprese siano messe nelle condizioni di poter operare su un piano di equa concorrenza, consapevoli del fatto che esse sono una parte attiva ed importante della nostra economia, ed intervenendo sia sui regimi autorizza tori, sia sui controlli. E quando necessario sulla repressione”, conclude ANVA.