L’appello lanciato nella conferenza stampa di fine anno dal Presidente di Confindustria Modena sulla necessità di dare maggiore dinamicità al territorio, richiamando il sistema territoriale ad essere più coraggioso, merita approfondimenti e riflessioni.
Non si può che concordare sulla necessità di valorizzare le eccellenze produttive e puntare sul rilancio e la difesa del sistema manifatturiero attraverso l’innovazione; sulla necessità di rendere attrattivo il nostro territorio con il miglioramento delle sue infrastrutture.
Molto meno convincente, semplicemente perché non vera, mi pare invece l’affermazione, riportata da alcune testate giornalistiche, legata al fatto per cui “l’eccesso di diritti” impedirebbe l’innovazione di cui tutti sentiamo il bisogno.
La storia delle politiche economiche degli ultimi anni è stata dominata da scelte che hanno visto prevalere la logica della riduzione della spesa pubblica, del welfare e della continua svalorizzazione del lavoro e dei suoi diritti come leve della competitività.
E’ proprio la logica del presunto “eccesso di diritti” quella che ha guidato le politiche economiche liberiste, a partire dalle scelte europee.
Gli effetti di queste politiche, come peraltro riconosciuto anche da molti istituti statistici e da commentatori economici, sono stati la crescita delle disuguaglianze, la crescita della disoccupazione, l’impoverimento del nostro tessuto produttivo.
Perseverare su questa strada sarebbe un errore imperdonabile !
Concordo sul fatto che occorra cambiare mentalità e approccio rispetto ad una condizione che continuare a chiamare crisi è riduttivo ed improprio, ma questo significa rimettere al centro il valore del lavoro, le sue competenze e la sua dignità.
Quegli elementi che sono stati, insieme alla costruzione di politiche per la coesione sociale, il valore fondante del cosiddetto modello emiliano.
Da quegli elementi noi vorremmo ripartire, anche nel confronto, a cui certo non ci sottrarremo, con Confindustria.
(Tania Scacchetti, segretario Cgil Modena)