Nel corso del Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine del 26 novembre scorso è stato approvato un ordine del giorno firmato dal capogruppo Pd Marco Bagnoli relativo alla Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri residenti nel territorio dell’Unione: Ousmane Cissè (immagine), il Presidente di questo organismo, nato nella primavera del 2012 ma che ha ripreso la sua attività dopo il sisma solo a luglio del 2013, nel corso del Consiglio stesso aveva letto una relazione su quanto fatto nell’ultimo periodo dall’organismo di rappresentanza delle associazioni italiane e straniere, che ha sede in via Trento Trieste a Carpi, proponendo al Consiglio anche alcuni spunti per il futuro. A seguire aveva preso la parola in aula l’assessore alle Politiche sociali Roberto Solomita e poi il firmatario dell’ordine del giorno, ricordando quest’ultimo come nella passata seduta del Consiglio si fosse già discusso della Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri sulla scia di una mozione di Carpi Futura, poi non approvata.
“La Consulta – ha detto Bagnoli – non dev’essere un sindacato degli stranieri ma un motore dell’inclusione e della convivenza civile, per costruire un senso di appartenenza ribadendo l’osservanza della legalità dello Stato italiano. E’sbagliato pensare di rinunciare a priori alla Consulta perché ha manifestato difficoltà”. Anna Azzi di Carpi Futura ha invece sottolineato come dalle parole del suo Presidente la Consulta sembrasse essersi attivata con iniziative di tipo assistenziale mentre invece questo organismo dovrebbe servire a aiutare un dialogo tra italiani e stranieri. “La Consulta deve lavorare su di sé e dovrebbe farlo motivata anche dal Presidente: riteniamo positivo che le associazioni delle diverse etnie non indichino per forza i componenti della Consulta” ha spiegato poi nel corso del suo intervento Mauro Fabbri di Progetto Comune mentre Marco Rubbiani di Centro destra-Progetto Campogalliano ha spiegato come nell’ordine del giorno del Pd mancasse una tempistica che impegnasse l’ente in modo più stringente. Roberto Benatti di Forza Italia-Lega nord (questa la nuova definizione del suo monogruppo) ha criticato Bagnoli perché aveva indicato nella Giunta il soggetto che dovrebbe intervenire e non il Consiglio dell’Unione, in quanto espressione delle forze politiche tutte. Contestando alcune affermazioni dell’assessore Solomita sul sistema di welfare in vigore “che manderà al tracollo gli enti locali e creerà sempre più problemi nelle periferie dando soldi a chi se ne approfitta” Benatti ha criticato poi il concetto di integrazione promosso dall’ente locale. E se Monica Medici (M5S) ha dal canto suo ribadito come la Consulta non possa lavorare bene perché composta di persone troppo diverse per etnia e cultura e Bagnoli ha accettato di modificare il suo odg dopo le parole di Benatti anche il Presidente dell’Unione Alberto Bellelli ha avuto modo di chiosare il dibattito a chiusura degli interventi: il Presidente Cissè ha ripreso infine la parola per criticare chi aveva usato certe espressioni ribadendo che “è sbagliato parlare di noi/voi e nostri/loro perché così si creano divisioni e non si risolvono i problemi. Una società basata sul rigetto non porta al futuro”. Ricordando che nella Consulta siedono, gratis, anche rappresentanti di associazioni italiane, “tante donne e nessun imam e non c’è chi non ha voglia di integrarsi”.
L’ordine del giorno presentato da Bagnoli è stato poi approvato all’unanimità. Impegna l’amministrazione dell’Unione “a riformulare natura, compiti e criteri di composizione della Consulta, il cui Regolamento sarà votato dal Consiglio, imperniandola sul criterio della massima rappresentatività possibile delle comunità di cittadini immigrati per promuovere l’integrazione e se necessario sfrondando la stessa di associazioni e organismi non adeguatamente rappresentativi per gli obiettivi della Consulta”.