Si è conclusa ieri la 3 giorni in bicicletta dei metalmeccanici Fiom/Cgil “Diritti in movimento”, a sostegno dello Statuto dei Lavoratori e contro il Jobs Act. La ciclo/staffetta aveva l’obiettivo di portare come testimone dei diritti lo “Statuto dei Lavoratori” nei luoghi di lavoro scelti come tappe nelle diverse iniziative in quanto la Fiom/Cgil ritiene necessario ampliare i momenti di discussione, tipici delle assemblee nelle aziende, a tutta la società. Per questo sono stati percorsi circa 130 km. attraversando diversi paesi della provincia di Modena collegando le diverse iniziative che si sono realizzare con presidi da Cavezzo a Carpi, da Formigine a Vignola, da Castelfranco a Modena. I presidi sono stati sostenuti da alcune ore di sciopero proclamate dalle RSU. Durante le iniziative sono state raccolte firme a sostegno delle proposte della Fiom/Cgil e al termine consegnate nel pomeriggio dell’8 Ottobre al Prefetto di Modena.
Agli scioperi proclamati dalle RSU aziendali nei vari comuni, hanno aderito i lavoratori di 115 aziende, 1.200 i lavoratori presenti nei 6 presidi, quasi 1.000 le firme raccolte.
“L’idea della staffetta è stata realizzata per esplicitare che i diritti devono essere trasmessi da lavoratore a lavoratore e tramandati da generazione a generazione e certamente non cancellati.” spiega il segretario provinciale Cesare Pizzolla. Che continua dicendo “Il progetto di fondo che è contenuto nel decreto Jobs Act è sbagliato in quanto non utile al Paese perché non è facilitando il licenziamento di chi oggi lavora che si creano nuovi posti di lavoro. Nella consegna delle firme al Prefetto di Modena abbiamo sostanziato la nostra contrarietà al decreto e presentato le proposte Fiom/Cgil sulla riforma del mercato del lavoro. La partecipazione in questa 3 giorni ci ha confermato che i lavoratori metalmeccanici non sono d’accordo con le misure annunciate nel Jobs Act. Per riformare il mercato del lavoro e combattere la precarietà l’unica strada percorribile è quella di estendere i diritti e tutele a coloro che non li hanno. Quindi occorre eliminare le tante forme di lavoro precario oggi esistenti, serve un piano di investimenti pubblici/privati, la redistribuzione del lavoro attraverso l’incentivazione della riduzione dell’orario di lavoro eliminando al contempo la defiscalizzazione delle ore straordinarie, il recupero di risorse dall’evasione fiscale, la lotta alla corruzione ed alla criminalità”.
Prosegue Pizzolla “il provvedimento non è sbagliato solo nei contenuti, ma anche nel metodo perché la scelta di porre la fiducia su una riforma così importante che riguarda milioni di persone esautora il ruolo del Parlamento ed evita un concreto e reale confronto con le parti sociali. Come hanno dimostrato in questi 3 giorni i metalmeccanici modenesi non si fermeranno con la mobilitazione e aderiranno in massa allo sciopero di 8 ore proclamato dalla Cgil regionale per giovedì 16 ottobre con manifestazione a Bologna. A questo seguirà la manifestazione nazionale in piazza San Giovanni il 25 ottobre”.